Domenica 9 febbraio Largo Berlinguer è stato teatro di una manifestazione organizzata da Napoli Animal Save e Salerno Animal Save per protestare contro l’uso di pellicce e pelli esotiche da parte del brand di lusso Louis Vuitton.
Durante le tre ore di protesta, gli attivisti e le attiviste hanno diffuso un discorso di sensibilizzazione e interagito con il pubblico attraverso un’attività di outreach, riscontrando grande interesse da parte dei passanti, molti dei quali si sono fermati ad ascoltare e informarsi sulle tematiche trattate.
Uno dei momenti più incisivi della protesta è stata la potente performance visiva ed emotiva, ripetuta più volte durante l’evento: un’attivista, impersonando una volpe bianca, è stata simbolicamente imbrattata di sangue da due modelle avvolte in sfarzose pellicce. L’impatto della scena era innegabile: un contrasto netto tra il lusso ostentato e la brutalità nascosta dietro ogni capo esposto nelle eleganti vetrine di Louis Vuitton.
Il messaggio era chiaro e inequivocabile: dietro ogni pelliccia si celano sofferenza, sangue e violenza, una realtà crudele che nel 2025 non può più essere accettata.
Gli attivisti hanno pronunciato parole emblematiche per sottolineare l’importanza della loro battaglia. «Questa non è moda. Questa è crudeltà luxury. È la dimostrazione che, per alcuni, il denaro e lo status valgono più della vita stessa. Ma noi non possiamo restare in silenzio. Noi non vogliamo accettare che la sofferenza venga venduta come simbolo di prestigio […] La moda può essere creativa e innovativa senza il bisogno di uccidere gli altri. Oggi siamo qui per chiedere a Louis Vuitton di schierarsi dalla parte giusta della storia. Perché un brand che si definisce leader del mercato, che vorrebbe ergersi a rappresentante dell’eleganza e del futuro, non può continuare ad ancorarsi a una tradizione crudele e obsoleta.»
Gli attivisti e le attiviste hanno fatto sentire forte e chiara la loro voce. Con determinazione e grinta, hanno denunciato le atrocità nascoste dietro il lusso delle pellicce e delle pelli esotiche, rivolgendosi sia al marchio che ai suoi consumatori, nella speranza che il loro messaggio venisse ascoltato.
Vedere tanti bambini fermarsi con sguardi attenti e occhi lucidi di fronte alle immagini degli animali sofferenti e ai racconti letti dagli attivisti è stato uno degli aspetti più potenti della giornata. La loro innocente sensibilità ha reso ancora più evidente l’urgenza di un cambiamento: se anche i più piccoli riescono a riconoscere la crudeltà, allora nessuno dovrebbe più ignorarla.
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