NAPOLI (di AnSor) – La città di Piana di Monteverna in provincia di Caserta, in questi ultimi 17 anni ha visto la nascita e lo sviluppo dell’allevamento di lumache grazie all’idea dell dott. G.Romano che ebbe questa bella intuizione ed è divenuto il presidente della Confederaz. Italiana Elicicoltori. Il primo week end di Ottobre ha visto in questa città il 9° convegno internaz. di Elicicoltura in cui ogni anno si parla di economia del settore, nuove strategie di sviluppo, etica della produzione, comunicazione ed import-export con l’estero e ovviamente, degustazione.
Non tutti ricordano che la cultura culinaria delle lumache in Italia c’è sempre stata ma negli anni è andata nel dimenticatoio…in effetti del nostro immaginario quando parliamo di questo alimento immaginiamo sempre le famose escargots francesi, senza sapere che ne esiste una tradizione anche in Italia.
Dal punto di vista salutare possiamo dire che anticamente coloro che avevano problemi di ulcere al duodeno inghiottivano le lumache per le sue proprietà antibiotiche e cicatrizzanti. Con la scienza moderna si è scoperto che la ghiandola di questo animale produce la lectina, un antibiotico che, combinando con i nostri globuli rossi di tipo A, lascia la speranza di diagnosticare alcuni tipi di tumore. Case farmaceutiche francesi e svedesi commerciano preparati per diagnosi differenziate. Nell’albumina prodigiosa ci sono anche molti enzimi utili alla cicatrizzazione e come antirughe. L’elicina inoltre, sostanza isolata dal fegato delle lumache, si ottengono proprietà antibiotiche utili per contrastare escherichia coli, tetano, botulino , germi etc. anche nei paesi poveri come in Africa, nelle missioni viene usata la lumaca come medicamento.
Dal punto di vista estetico l’albumina ha sviluppato negli ultimi anni tutta una filiera di cosmetici a base di bava utili come antirughe, idratanti, trattanti che sono naturali, molti con etichetta bio e cruelty free dando corpo ad un notevole volume di affari.
Dal punto di vista economico la produzione italiana ha creato un filo conduttore con i paesi dell’est come la Georgia, l’Ucraina, Bulgaria, Macedonia, Serbia dove questi ultimi hanno appreso i metodi di allevamento, le conoscenze, i macchinari italiani. Parliamo di capitali di molti milioni di euro che stanno allargandosi sempre più sia in patria che fuori.
Dal punto di vista etico possiamo dire che molte aziende si son convertite in cruelty free ovvero attendono i tempi naturali per la cessione della bava da parte della lumaca e non, come altre fanno, sottoponendo le poverette a microscosse elettriche su reti metalliche per estrarne il siero più rapidamente. Anche per quanto riguarda i campi di allevamento gli uccelli ghiotti di lumache come gazze, corvi, piccioni, gabbiani di discarica, stornelli, vengono evitati coprendo le piante su cui crescono le lumache con delle semplici reti.
Dal punto di vista ecologico possiamo dire che l’allevamento non è intensivo, non inquina come tanti altri tipi di allevamento, non richiede estensioni infinite di terreno come per esempio si usa fare per i pascoli, non si usano pesticidi, ormoni e farmaci particolari.
Dal punto di vista letterario infine possiamo dire che questa magica bava diafana che di notte appare iridescente faceva pensare ad un filo divino teso a ritrovare la strada all’uomo. Nelle varie culture ha creato immaginari fantastici come per esempio lo scrittore greco Apollodoro quando raccontava di Minosse; oppure nella leggenda di Dedalo; oppure nelle leggende indiane in cui la sua scia, illuminata dalla luna, aiuta gli eroi a trovare la via , fino ad arrivare a Cyrano de Bergerac che attribuisce alla lumaca cosmica l’origine della via lattea.

AnSor

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