La terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha emesso un’importante decisione riguardante la stagione venatoria 2024. La presidente Maria Abbruzzese, con il decreto 1552/2024, ha accolto il ricorso presentato da diverse associazioni ambientaliste, tra cui Lipu, Enpa, Wwf, Lndc e Lav. La decisione ha portato alla sospensione della preapertura della caccia per quattro specie previste dal calendario venatorio stilato dalla giunta regionale: il colombaccio, la cornacchia grigia, la gazza e la ghiandaia.
La caccia al colombaccio ha subito una modifica significativa. Oltre alla sospensione della preapertura, il TAR ha disposto un rinvio dell’inizio della stagione venatoria per questa specie, posticipando la data dal 15 settembre al 10 novembre 2024. Questa decisione si basa sui suggerimenti forniti dagli organi tecnici competenti, che hanno indicato la nuova data come più appropriata per garantire una gestione sostenibile della specie.
Anche l’inizio della caccia alla quaglia, al fagiano e al porciglione subirà un leggero slittamento. Inizialmente prevista per il 15 settembre, la stagione per queste specie avrà inizio il 21 settembre 2024. La decisione è stata presa in considerazione del periodo di riproduzione protetto e della mancanza di adeguate misure di conservazione, come previsto dal piano di gestione europeo per queste specie.
Il prossimo 24 settembre 2024 quanto il TAR dovrà esprimersi sulla caccia all’interno della rete Natura 2000, un sistema di aree protette, in assenza di valutazione d’incidenza. Inoltre, verrà discussa la data di chiusura della stagione per alcune specie come i turdidi, la beccaccia e gli uccelli acquatici.
La caccia è stata sospesa in numerose aree Natura 2000 per non conformità col piano faunistico venatorio che la regione aveva approvato venerdì scorso con il solo voto contrario della consigliera regionale Roberta Gaeta.
“Si sta prendendo la strada giusta: si colpisce la caccia e il Tar continua a dare ragione ad animalisti e ambientalisti. Si vada avanti così“ ” –il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli e della consigliera regionale Roberta Gaeta.