SAN GIORGIO A CREMANO – Un macchinario per aiutare le donne Masai in Kenya porta lo stemma della città di San Giorgio a Cremano. Ad annunciarlo il sindaco Giorgio Zinno.
“Cari concittadini, iniziamo il 2024 con la solidarietà e la generosità.
Qualche mese fa vi avevo annunciato che, grazie ad una importante donazione di un dipendente comunale – nostro concittadino – lo stemma della Città di San Giorgio a Cremano é arrivato fino in Kenya, su un macchinario che sta salvando molte vite, trasformando un cactus infestante in marmellata.
In alcune zone del Kenya infatti esiste un cactus infestante
che ha distrutto l’economia dei pastori masai. Difatti se ingerito il frutto di Opuntia può causare la morte del bestiame, bene primario per l’economia masai, e questo, in un contesto già complicato dalle limitate risorse naturali e dal cambiamento climatico.
Lavorando con i masai, Ipsia Acli ha avviato la raccolta e trasformazione dei frutti di Opuntia, per produrre succhi, marmellata e vino, con la costruzione di centri di raccolta del frutto presso le comunità che ne curano la prima fase di lavorazione.
Tutto questo sta permettendo ai gruppi di donne coinvolte nel progetto di accrescere le proprie possibilità economiche e le proprie competenze, ottenendo maggiore riconoscimento nelle società di appartenenza.
Negli scorsi giorni il presidente nazionale di Ipsia Marco Calvetto, che ringrazio, mi ha fatto pervenire un vasetto di marmellata di opuntia che ho assaggiato trovandola anche deliziosa.
La nostra comunità si è sempre mostrata solidale nei confronti dei più deboli e questo deve essere motivo di enorme orgoglio per tutti noi.
Storie come questa, ci spingano ad essere sempre più generosi, solidali e a guardare al prossimo con partecipazione, senza indifferenza.
Tutti i cittadini che volessero contribuire autonomamente a questo lodevole progetto, già sposato da tanti nella nostra città, potranno farlo contattando
con una donazione all’ IBAN: IT35S0501803200000011014347 intestato a IPSIA.
Ancora una volta possiamo dimostrare di essere una comunità vicina ai più deboli”.