”Par a capocchia o fra spero ca t sparn…”. Sono tantissimi i messaggi di ingiurie ed offese scritti giovani che dopo la decisione del sindaco Zinno di non dichiarare lo stato di allerta meteo hanno inondato il suo profilo Facebook con minacce e volgarità.
Un fatto gravissimo che ha spinto il primo cittadino di San Giorgio a Cremano a denunciare i fatti alle autorità competenti.
“Cari concittadini, purtroppo in queste ore ho dovuto registrare una ondata di odio fatto da parte di decine di giovani del nostro territorio che mi accusano di non aver chiuso le scuole per il maltempo. Vi posto qui alcuni di questi vergognosi messaggi, che offendono me, ma anche la lingua italiana e rappresentano un segno del degrado dei nostri tempi.
Sono, perlopiù, minorenni non controllati dai genitori, che pensano di poter utilizzare i social network pensando di non essere puniti per i propri vergognosi comportamenti: è nostro dovere dare, innanzitutto, un segnale di tipo educativo e, quindi, trasmetterò gli screenshot ai dirigenti scolastici del nostro territorio affinchè più facilmente possano identificare i propri alunni e far loro una lezione di educazione civica.
I messaggi che violano la legge saranno trasmessi direttamente alle forze dell’ordine: è difficile che io denunci, ma stavolta si è passato il limite ed è necessario che siano contattati i genitori.
Se si riserva al primo cittadino un comportamento del genere cosa si fa a un compagno o una compagna con cui ci si litiga? Io ho tutta l’esperienza per non curarmene, ma i ragazzi vittima di bullismo possono trovare scampo da tanta violenza?
Diceva Umberto Eco che “i social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino…mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel” ma qui non si tratta solo di imbecillità, ma di un fenomeno più preoccupante, che va contrastato con fermezza.
Se non ci occupiamo di questi giovani, continueranno a pensare che la loro idea personale vale più di quella di un esperto e dove la sopraffazione e la violenza valgono più di un ragionamento.
C’è poi l’effetto branco: scrivono uno dopo l’altro, pensano di essere più forti e che nessuno possa fare nulla contro di loro. Credono che scrivere sui social spersonalizzi i propri attacchi e questi li rende più cattivi. Contro questa deriva non possiamo restare in silenzio!
Tutti noi dobbiamo lavorare, nelle famiglie, nelle scuole e nella società per spiegare ai ragazzi i valori della vita e della non violenza, altrimenti il futuro della società sarà sempre più buio e non certo per il maltempo”.
Molti i messaggi di solidarietà arrivati al sindaco, a partire da quello del primo cittadino del vicino comune di Ercolano, e vicepresidente Anci, Ciro Buonajiuto, che parla di una “vergognosa campagna di odio via social per una decisione amministrativa presa nell’interesse della comunità e adottata di concerto con gli altri sindaci dell’area vesuviana poiché non si sono ravvisate particolari criticità”. Il comportamento di questi giovani “dimostra una sola cosa, che le scuole vanno tenute aperte il più possibile perchè hanno ancora tanto da imparare”, aggiunge Buonajuto, alla cui condanna per quanto accaduto si aggiunge anche quella dell’Osservatorio Lgbtqia+ della Regione Campania, di Arci Napoli e Antinoo Arcigay.
Ma il sindaco di San Giorgio a Cremano non è stato il solo bersagliato per la sua decisione. Stesso trattamento è stato riservato anche al sindaco di Giugliano in Campania, Nicola Pirozzi, la cui bacheca virtuale è stata riempita di insulti di studenti, ma anche genitori.
Su questi episodi è intervenuto il prefetto di Napoli, Michele di Bari: “Quando i sindaci decidono di non chiudere le scuole – ha detto – i ragazzi devono andare a scuola. Io sono convinto che la legalità passa anche attraverso questo, cioè che ognuno deve fare il proprio dovere. Quanto accaduto non credo sia una bella lezione civica. Se le scuole sono aperte perchè è stato ritenuto che non era necessario chiuderle, le scuole devono essere frequentate”.