NAPOLI (Di Anna Calì) – Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza o fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Il 13,6% delle donne ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner attuali o da ex partner, infatti, le forme più gravi di violenza vengono esercitate tra le mura di case da partner, amici o parenti. Anche le donne straniere sono vittime di violenza, ma, a differenze di quelle italiane, sono soggette a violenza più fisica che psicologica.
I dati che emergono tra il confronto tra le straniere e le italiana è impressionante e preoccupante, il 25,7% vs il 19,6% subisce violenza fisica. Le straniere sono anche più soggette a stupri o tentati stupri, anche qui i dati sono più alti rispetto all’Italia, abbiamo un 7,7% contro un 5,1%. Numeri spaventosi ma che lanciano un segnale di miglioria, infatti, nel confronto con i cinque anni precedenti al 2006 è emerso che: diminuisce la violenza fisica e sessuale da parte dei partner attuali o da parte degli ex, si evidenzia un calo dal 6,5% al 4,3% di violenza da parte di uomini diversi dai partner.
Numeri in leggero calo, ma che al momento non fanno invertire la curva del drammatico trend. Secondo l’ultimo studio sugli omicidi in Italia, sono 82 le donne uccise in ambito familiare e affettivo nei primi nove mesi del 2022, 8 in meno rispetto allo scorso anno.
Rispetto al 2021 sul fronte omicidi è presente un lieve calo. In crescita, purtroppo, le violenze sessuali nei confronti di donne e ragazze oltre il 90%.
Il numero più alto negli ultimi tre anni si registra sui provvedimenti di allontanamento dalla casa famiglia e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Dall’agosto 2019 al 30 settembre c.a. sono stati commessi 6.499 delitti di questo tipo. L’incidenza più alta è registrata in Sicilia con 17,4% di reati ogni 100mila abitanti, segue la Valle d’Aosta col 17,2%.
Per poter fermare tutto questo occorre: prevenzione e coraggio! La prevenzione: sta nel fermare subito qualsiasi tipo di avanches e mettere sempre davanti il rispetto verso la donna. Il coraggio invece sta nel lasciare immediatamente l’uomo al primo segnale di violenza e, non lasciarci abbindolare dalle sue scuse.
Oggi, il governo ha messo in campo una strategia utile per contrastare questo fenomeno: il Codice rosso. Questo il commento del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Finora la strategia messa in campo contro la violenza sulle donne, con il Codice rosso, ha dato risultati importanti. Il quadro normativo può essere ancora migliorato, rafforzando le misure preventive, ampliando ad esempio la portata dell’ammonimento del questore, la grande sfida è quella di proteggere le vittime, che vanno aiutate nel difficile percorso della denuncia, evitando la vittimizzazione secondaria».
La ricorrenza del 25 novembre è stata sancita dalle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 come “una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata, a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano”. La data del 25 novembre non è stata una scelta casuale e serve per ricordare le sorelle Mirabal. Tre sorelle attiviste nella Repubblica Dominicana massacrate per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Era il 25 novembre del ’60 e le tre sorelle: Patria, Minerva e Maria Teresa erano dirette verso la prigione per far visita ai loro mariti, ma, durante il percorso vengono rapite e portate in un luogo appartato. Ed ecco che subiscono una violenza spaventosa: stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone, strangolate e, poi lanciate in un precipizio a bordo della loro auto. L’obiettivo del regime era quello di simulare un incidente. Il dittatore Trujillo pensava di essersi liberato del problema, non pensò minimamente che quei tragici omicidi non passarono inosservati, infatti, scatenarono una vera e propria rivolta che terminò con la morte del dittatore nel 1961. La morte non cancellò la fine tragica delle sorelle, che da quel momento diventano un simbolo eterno di quello che non sarebbe mai più dovuto accadere. Purtroppo però, a distanza di anni, vediamo che la violenza sulle donne è ancora un tema molto attuale nella nostra società.
Da quel giorno, il 25 novembre diventa la data di celebrazione delle sorelle Mirabal e ottenne un primo riconoscimento nel 1981.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “È un’ aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali”. “Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio. Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero”.
La Premier Giorgia Meloni in un post sui social: “I dati che riguardano le violenze sulle donne continuano a rappresentare un dramma nazionale. Come Governo, abbiamo molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena, questo Esecutivo rifinanzierà i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio; ci impegneremo per attuare la legge 53 del 2022 sulla raccolta dei dati statistici in merito alle violenze che le donne subiscono, che ancora necessita dei decreti attuativi e di attività tecniche – aggiunge – faciliteremo l’adozione di protocolli e migliori pratiche nei Tribunali per un’applicazione sempre più efficace della normativa sul “codice rosso”. Lavoreremo per garantire la certezza della pena, per potenziare le misure di protezione delle vittime e rafforzare il ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, che spesso non vengono applicati perché semplicemente non ce ne sono. Questo Governo è in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. Lo dobbiamo alle tante vittime, spesso senza giustizia, e a chi ancora oggi è costretta a subire queste barbarie.
Siamo e saremo sempre al vostro fianco”
Il comando provinciale di Napoli ha reso noto il bilancio degli ultimi dieci mesi e un video nel quale sono protagoniste le donne in divisa.
Carabiniere, donne, che si battono per aiutare chi è vittima di quello che senza ombra di dubbio può essere considerato il più odioso dei reati.
“Una cella chiamata casa”: è da questa immagine che i militari dell’arma partono con l’obiettivo di smuovere le coscienze dei partenopei e soprattutto fornire una via di fuga a quelle donne che si sentono oppresse e vessate da un uomo che in realtà uomo non è.
I numeri, impietosi, restituiscono dati allarmanti ma nello stesso tempo rassicuranti: dal primo gennaio alla prima settimana di novembre, tra Napoli e provincia sono state arrestate e denunciate in flagranza di reato e su disposizione dell’Autorità giudiziaria ben 593 persone per atti persecutori, 70 persone per violenza sessuale e 3 persone per femminicidio.
Sono 1271, invece, le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia per un totale di 1937 persone.
Un fenomeno che registra la triste media (per difetto, ndr) di sei persone arrestate o denunciate al giorno che che è anche sintomo tangibile di una rinnovata verso fiducia le istituzioni che rispondono – colpo su colpo – al numero sempre crescente di denunce. L’episodio più recente risale a quanche giorno fa.
Un 24enne del quartiere Miano di Napoli, allontanato da casa, si è arrampicato fino al balcone. I carabinieri lo hanno bloccato e arrestato.
La vittima ha raccontato anni di vessazioni, quasi sempre conseguenza di crisi di astinenza da stupefacenti. Ischia invece è stata teatro della terribile storia di una 21enne presa a pugni in faccia: aveva il viso rosso porpora quando i carabinieri hanno aperto l’uscio.
Lei era rannicchiata in un angolo piangeva senza sosta mentre il marito provava a cancellare le tracce di sangue dalla parete.
Nel tristissimo bilancio 3 femminicidi, 3 storie terribili di donne colpite a morte dalla mano del compagno o di un familiare.
La giovane Rosa Alfieri ha chiuso gli occhi per l’ultima volta il febbraio scorso.
È a Grumo Nevano e sta rincasando dopo una giornata di lavoro. Un condomino l’ha attirata in casa e l’ha strangolata. Senza un motivo apparente. Sottoposto a fermo per omicidio Elpidio D’Ambra, 31 anni.
Anastasiia Bondarenko aveva origini ucraine ed è morta a marzo, nella sua abitazione di Napoli. Ha perso la vita per mano del compagno.
Un colpo per stordirla e poi l’incendio dell’appartamento. Il suo corpo carbonizzato è stato trovato dai Carabinieri. La figlioletta, testimone di una scena atroce, fu affidata ad alcuni familiari.
Sottoposto a fermo per omicidio Dmytro Trembach, dopo 7 giorni di indagini serrate.
Il 17 ottobre, invece, un 48enne ha picchiato con violenza la madre e la zia, per motivi ancora da chiarire. La zia, 67enne, è morta dopo qualche giorno per le gravi lesioni subite. Il 48enne è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Nola per omicidio aggravato.
Salva solo per miracolo una 71enne di Crispano. Quest’estate il marito l’ha colpita alla gola con un paio di forbici. Anche in questo caso non è chiaro cosa abbia spinto la sua mano. L’uomo è stato arrestato per tentato omicidio.
AL CIS DI NOLA PALLONCINI ROSSI SULLE TRE PANCHINE INSTALLATE COME SIMBOLO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Il CIS celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne decorando le tre panchine rosse, installate lungo il viale del Centro, con palloncini rossi e le “red shoes”, le scarpe simbolo in tutto il mondo dei femminicidi.
Ancora una volta, il Business Park di Nola si fa promotore di un’azione simbolica che ha però il significativo obiettivo di sensibilizzare, indistintamente, i frequentatori del CIS nella lotta contro femminicidi, violenze o molestie di ogni tipo nei confronti delle donne.
L’iniziativa, che segue la stessa installazione delle panchine e la realizzazione di un grande murale all’Isola 5, La Panchina Rossa, è stata fortemente voluta dal Presidente del CIS, Ferdinando Grimaldi, che ha sottolineato “il ruolo sociale che deve svolgere l’impresa, che tra i suoi compiti ha quello di trasmettere messaggi educativi ed avere sempre attenzione alle tematiche etiche che riguardano la dimensione sociale dell’individuo”.
Tante le iniziative in questa giornata a Napoli: stamane presso Piazza Municipio si è tenuto il flash mob “Re-member, affinché non accada mai più”. In piazza sono state posizionate delle sagome nere, a ricordare le vittime di femminicidio nel 2022 e, ognuna riportava un codice QR code che rimanda alla singola storia. Vicino ogni figura ci sarà un’adolescente che pronuncerà il nome della vittima come grido di “NO” alla violenza. Alla manifestazione presenti anche il Sindaco Manfredi, Roberto Fico Presidente della Camera dei Deputati e dell’Assessora alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante – l’attrice Isa Danieli declamerà alcuni versi dedicati alle donne. Oltre alle scuole, hanno partecipato anche le associazioni: ADDI e AISM.