NAPOLI (Di Anna Calì) – C’è chi a Pasqua si batte per difendere il destino degli agnellini, c’è chi in estate si batte contro l’abbandono dei cani e dei gatti e, allora perché non battersi a favore dei capitoni? A Napoli, con l’avvicinarsi del Natale aumenta sempre più il consumo e la vendita di anguille. Nulla di strano, a parte che per essere consumate queste bestiole devono essere brutalmente uccisi in pubblica piazza, sotto gli occhi di adulti e bambini che non desiderano vedere questo scempio.

Nei mercati rionali, all’esterno delle pescherie, tra i vicoli del mercato del pesce dietro le mura del più antico di Napoli, su tavoli improvvisati, o ceppi di legno i poveri capitoni vengono decapitati a colpi di mannaia, spesso anche derisi dai loro boia. È giusto tutto ciò? Nel 2022 non ce un modo differente per vendere e consumare le prelibate anguille? Ecco perché il nostro giornale ha deciso di lanciare una campagna provocatoria in difesa del capitone, invitiamo, infatti, coloro che non lo mangiano e che sono particolarmente sensibili ad acquistarne uno per poi liberarlo in uno dei laghi Flegrei. Speriamo così di poter salvare la vita a qualche povera bestiola che non finirà fritta sulle tavole dei napoletani.

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