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Altro suicidio in carcere, detenuto disabile si toglie la vita nel penitenziario di Carinola

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CARINOLA – Un detenuto disabile di 58 anni si è tolto la vita nel carcere di Carinola (Caserta): lo rende noto il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Per il segretario generale del sappe, Donato Capece, “un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea.

Tiziana Guacci, segretario regionale del sindacato, spiega che “‘uomo è’ stato trovato impiccato nella sua cella e sono stati inutili i tentativi di soccorso da parte dei sanitari e del personale di Polizia Penitenziaria”.

“Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, il problema è prevenirlo. Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata”, sottolinea Guacci.

“La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri campane”, conclude Guacci.

“Il suicidio la scorsa notte del detenuto di 58 anni a Carinola (Caserta) fa salire a 15 in poco più di un mese il numero dei suicidi nei penitenziari italiani, a cui aggiungere altri 19 decessi per “altre cause”.

Di fronte ad un trend che non sembra arrestarsi e che potrebbe far superare a fine 2024 il più tragico bilancio di suicidi, quello del 2022 con 84 vittime, è necessario correre ai ripari per mettere fine alla “strage di Stato” ed assolvere alla prima funzione dello Stato di legalità che le deriva dall’avere in custodia vite umane. Perciò le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sono ancor più
inaccettabili.

Altro che “questione irrisolvibile” e “malattia da accertare” come dice il Ministro. Con Carinola c’è la conferma che i suicidi in carcere sono un problema che riguarda tutte le fasce di età, dai giovanissimi agli over 60, con quelli più frequenti tra gli under 40, con un numero elevato di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza ed evidenziano in modo più forte le gravi problematiche prima fra tutte il sovraffollamento. Secondo i dati del ministero della Giustizia (aggiornati al 31 dicembre 2023) i 189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti.

In realtà i detenuti sono 60.166. Tutti gli istituti (a eccezione di quelli in Trentino) sono sovraffollati con 18.894 stranieri. Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento, mentre registriamo carenze organiche di 18mila operatori in meno nella sola Polizia penitenziaria. Sempre dal Ministro Nordio abbiamo ascoltato l’ennesimo annuncio a trasferire i detenuti stranieri nei Paesi d’origine, salvo a spiegare come e quando possa avvenire in mancanza di protocolli di intesa tra Italia e Stati esteri, specie extra Ue e Africani. Non abbiamo più tempo da perdere e almeno noi non abbiamo alcuna intenzione di aggiornare il tragico conto dei morti”.(ANSA)

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