CAIVANO – Raffaele Arcella, 29enne di Caivano, ed Angela Iannotta, 28enne di Santa Maria Capua Vetere, avevano lo stesso desiderio, quello di dimagrire. Entrambi, però, sono andati incontro al medesimo destino: complicanze per l’intervento di chirurgia bariatrica per l’applicazione di un bypass gastrico.

In comune, però’ i due ragazzi, hanno anche qualcos’altro e ciò il medico che ha eseguito, e che aveva proposto, l’operazione: il dott. Stefano Cristiano.

È il 13 aprile 2019 quando Raffaele perde la vita, dopo essersi sottoposto all’operazione il precedente 23 marzo presso la clinica Trusso di Ottaviano. Per quella morte sono stati indagati ed ora sottoposti a processo Cristiano e il dott. Carlo Casillo. Durante l’intervento alla Trusso era stata lesionata l’arteria retrostante lo stomaco.

Angela, invece, è andata in coma lo scorso 4 febbraio dopo un calvario durato 10 mesi. Era stata operata dal dott. Crispiano per un intervento di by-pass agastrico in una struttura abruzzese.

Dopo l’operazione le condizioni di salute della giovane donna, mamma di due figli, peggiorarono vistosamente: prima compare la febbre e poi delle serie difficoltà respiratoria e cardiache con affanno. Dimagrisce vertiginosamente di giorno in giorno. Vomita spesso. Poi arrivano problemi e dolori gastrointestinali e ginecologici, edemi agli arti, sviene di tanto in tanto e così via.

A quel punto si rivolge di nuovo al medico specialista che l’aveva operata, il dott. Stefano Cristiano, segue cosi il prezioso consiglio del suo ginecologo di fiducia, il dott. Pierluigi Pozzuoli, che intuitivamente si accorge che la situazione sta precipitando, e il chirurgo bariatrico, Stefano Cristiano, decide allora di effettuare un secondo intervento, adesso però (pare) a cielo aperto () sull’addome e non in laparoscopia robotica, come la prima volta.

Questa volta il ricovero e l’intervento chirurgico avvengono in una struttura dell’hinterland casertano: ma li si sono aggravate le condizioni di salute di Angela e dopo un lungo periodo di degenza si è arrivati alla tragedia.

“È lo stesso medico che operò nostro figlio, sta continuando a mietere vittime. Deve pagare. Al giudice chiediamo una condanna esemplare e la sospensione dal ruolo dei medici. Nello stomaco di mio figlio, durante l’autopsia, fu trovato un corpo estraneo nello stomaco di Raffaele. Questa è la cosa che ci fece più male.

Da quel maledetto 13 aprile noi non viviamo più, non vogliamo che altri genitori, che altri famiglie, affrontino il nostro stesso dolore.”- sono le parole commosse e piene di dolore dei genitori di Raffaele Arcella, Antonio Arcella e Teresa Grimaldi, che si sono rivolti al Consigliere Regionale d Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

“Chiediamo alla magistratura di accertare tutte le responsabilità dei medici coinvolti che se hanno sbagliato dovranno pagare, non si può morire in questo modo. La giustizia non può impiegare tempi biblici, i genitori e le famiglie di questi ragazzi stanno già affrontando troppo dolore. Al di la delle condanne, bisognerebbe accendere un faro sula chirurgia bariatrica, troppe volte certi interventi vengono proposti ed eseguiti con troppa leggerezza.”- ha dichiarato Borrelli.

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