NAPOLI – Secondo il racconto del collaboratore di Giustizia Teodoro De Rosa, che ha contribuito in maniera determinante, come riporta Il Mattino, a fare luce sul binomio clan- chiesa, il capo dell’Alleanza di Secondigliano, Patrizio Bosti, per la ricorrenza del proprio onomastico faceva consegnare un pacco alimentare alla gente del rione Amicizia di Napoli a fronte del quale però le persone erano tenute a pagare una somma. Era quindi un modo per riscuotere altro denaro a favore del clan travestito, però, da beneficenza.
Il collaboratore di giustizia spiega che alla fine delle funzioni religiose, i santi e la madonna vengono celebrati anche sparando dei fuochi d’artificio il cui acquisto è gestito da persone del clan: «i fuochi almeno fino al 2010 era obbligatorio comprarli dal genero di Francesco Mallardo (elemento di vertice dell’omonimo clan componente l’Alleanza di Secondigliano). Mio cugino collaborava con lui nel senso di raccogliere in giro per le cappelle i soldi per i fuochi».
“La Chiesa deve assolutamente fare sentire la propria voce e dare un forte segnale contro i clan che controllano interi territori, lì dove oltre al fenomeno degli altarini che celebrano boss e criminali, gestiscono anche feste patronali e cortei di devozione ai santi. Deve allontanare il potere della camorra, anche respingendo le ‘generose offerte’ dei boss. Religione e camorra devono essere due elementi distinti e separati mentre finora in alcuni territori hanno rappresentato un binomio utilizzato dai clan per acquisire consensi tra la popolazione e per ‘ripulire’ la propria immagine.”- ha dichiarato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.