Nel pomeriggio di oggi, presso la sede dell’INGV si è tenuta una conferenza stampa straordinaria in seguito alla forte scossa sismica avvertita alle ore 12:08 nell’area dei Campi Flegrei. Gli esperti hanno fornito un aggiornamento dettagliato sull’evoluzione dell’attività sismica in corso, che continua a destare attenzione per la sua intensità e frequenza.
Secondo quanto comunicato dai sismologi, dalla scossa principale sono stati registrati 35 eventi sismici. Le analisi mostrano che la maggior parte di questi si concentra in fasce di profondità comprese tra i 2 e i 3 chilometri, livelli nei quali tipicamente si verificano le scosse più forti nella zona flegrea.
Gli esperti hanno ricordato che l’attività bradisismica nell’area è in atto in modo continuo sin dal 2005. Tuttavia, a differenza del terremoto registrato il 13 marzo scorso, esattamente due mesi fa, quello odierno non sembra essere stato innescato da una variazione significativa nella velocità di sollevamento del suolo. Si tratta dunque di una dinamica legata al costante accumulo di deformazione nella crosta terrestre, anche in assenza di cambiamenti evidenti nei parametri di velocità.
Un altro dato rilevante emerso dalla conferenza riguarda l’accelerazione del suolo: sebbene la magnitudo dell’evento sia paragonabile a quella di altri sismi precedenti, l’accelerazione misurata non ha superato il 20%, un valore relativamente contenuto che tuttavia evidenzia una certa anomalia rispetto agli standard locali.
Per quanto riguarda la deformazione del suolo, l’INGV ha classificato la situazione attuale come “in fascia media”, con particolare riferimento all’area del Rione Terra. È stato inoltre confermato che il sollevamento del suolo continua, alimentando le preoccupazioni per la possibilità di ulteriori forti scosse, specialmente nella zona della Solfatara, considerata tra le più sensibili.
Infine, è stato reso noto che è in corso un’attività di monitoraggio approfondita sulla presenza e la variazione delle concentrazioni di CO₂ all’interno degli ambienti naturali e antropici dell’area flegrea. In particolar modo l’anidride carbonica è in costante aumento dal 2000. Questi dati saranno fondamentali per valutare eventuali incrementi dell’attività vulcanica o idrotermale e per rafforzare le misure di prevenzione e sicurezza.
L’INGV ribadisce l’importanza del monitoraggio costante e della collaborazione tra enti scientifici e istituzioni locali per garantire un’informazione corretta alla popolazione e ridurre i rischi legati a un fenomeno geologico complesso come quello dei Campi Flegrei.
“Al momento una risalita del magma non c’è. Il magma in profondità è attivo, altrimenti non registreremmo la deformazione che poi genera i terremoti, né le variazioni geochimiche anomale che osserviamo dal 2000, e che quindi sono una componente fondamentale del processo che stiamo osservando”.
Lo ha detto Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv.
“Dobbiamo fare capire a tutti – ha aggiunto Bianco – che i vulcani e la loro dinamica si possono studiare solo mettendo insieme tutti i dati del monitoraggio che acquisiamo, che sono i terremoti, le deformazioni del suolo, tutti i dati geochimici, quelli legati alle caratteristiche e alla temperatura delle falde, le temperature delle rocce e delle fumarole. Tutte queste cose vanno messe insieme per poter dire che cosa sta succedendo sul vulcano in questo momento”.
“Al momento certamente stiamo osservando un’intensificazione del fenomeno bradisismico, che vuol dire un incremento delle anomalie in tutti i parametri. Purtroppo non abbiamo alcun elemento per dire quanto durerà questo incremento, sarebbe come chiederci di prevedere i terremoti. Quello che possiamo dire è che certamente variazioni drastiche di questo trend in incremento non ci sono, e noi ci auguriamo di non vederle mai”.
Nel corso della conferenza, Francesca Bianco e Mario Di Vito hanno invitato i cittadini a evitare di recarsi in auto presso le scuole per prelevare i bambini, soprattutto se queste si trovano a poca distanza da casa. “Oggi si sono verificati ingorghi e situazioni caotiche che possono ostacolare i mezzi di soccorso”, ha spiegato. “È importante mantenere la calma e lasciare le strade libere in momenti critici.”
Una riflessione sorge spontanea: in una zona ad alta sismicità come i Campi Flegrei, è forse giunto il momento di pensare a un piano traffico strutturato, capace di garantire sicurezza e fluidità nei momenti di emergenza?
Riparte l’Alta Velocità nello snodo di Napoli
La circolazione ferroviaria nel nodo di Napoli, precedentemente sospesa in via precauzionale per verifiche tecniche a seguito della forte scossa di terremoto registrata nell’area dei Campi Flegrei, è in graduale ripresa.
In particolare, è tornata regolare sulla linea AV Roma – Napoli, è in graduale ripresa nel nodo di Napoli e sulla linea convenzionale Roma – Napoli via Formia e via Cassino. Mentre resta sospesa la linea metropolitana di Napoli fra Pozzuoli e Gianturco. Continuano le verifiche tecniche di sicurezza di Rfi per riattivare anche l’ultima linea. I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono registrare ritardi e subire limitazioni di percorso o cancellazioni