NAPOLI – Nel 2019 c’è stato un aumento del 44% rispetto all’anno precedente di reati ambientali, il cui numero è arrivato a 5549. È ciò che denuncia Legambiente in un rapporto. Secondo tale documento sarebbero ben 90 i clan attivi nei settori che vanno dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie che non la complicità di imprenditori, funzionari e amministratori pubblici ”collusi” hanno dato vita un sistema economico che si basa su illeciti ambientali.

“La situazione diventa con il passare del tempo sempre più preoccupante ed è ben evidente come i danni ambientali non derivino, purtroppo, soltanto dall’inciviltà di una parte della popolazione ma soprattutto da un sistema criminale che manipola e controlla l‘economia del territorio, con la complicità di amministratori e funzionari pubblici corrotti, dove soprattutto ora, grazie alla crisi finanziaria generata dalla pandemia, riesce ad insinuarsi ancora più facilmente. Per questo è fondamentale fare attività di prevenzione e monitoraggio per tenere sotto controllo i crimini ambientali, così come è assolutamente necessaria un’intensificazione dell’attività giudiziaria e delle forze dell’ordine che possa smantellare questo sistema criminale e fare pulizia delle classi dirigenziali, imprenditoriali e politiche corrotte.”- ha dichiarato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

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