NAPOLI – Da anni sono stati lanciati, allarmi, proclami, studi di fattibilità, da anni né il comune, né la Soprintendenza, sono riusciti a proteggere e salvare l’Arco Borbonico conosciuto anche come il ‘Chiavicone’, che questa sera è crollato dopo l’ennesima mareggiata che lo ha minato dalle fondamenta.

È l’ennesimo schiaffo alla città di Napoli, alla sua storia, a quel glorioso passato.

La mareggiata che nei giorni scorsi ha interessato il lungomare di Napoli, oltre a recare danni ingenti ai locali di via Partenope, aveva già farro crollare parte della struttura borbonica.

L’arco risale al ‘700 e nacque come approdo per i pescatori, i cosiddetti ‘luciani’, gli abitanti del vicino borgo di Santa Lucia, ma successivamente, nel corso dell’800, fu trasformato in terminale dello scarico fognario venendo ribattezzato dai napoletani ‘O Chiavicone.

Da anni abbandonato all’incuria, e in equilibrio precario su una porzione di masso, l’arco era stato recentemente puntellato con i tubi innocenti. Messo a dura prova negli anni da diverse ondate di maltempo aveva retto fino a oggi: fatali le ultime burrasche che lo hanno fatto crollare in acqua quasi per intero.

Il notaio Roberto Dante Cogliandro presidente di Macs è intervenuto sulla vicenda affermando: “L’Arco Borbonico cede nella Napoli dell’incuria dove la conservazione dell’enorme patrimonio artistico e culturale non trova spazio.

Il malessere sul patrimonio culturale napoletano regna sovrano.

Emblematica è la chiusura lunghissima della galleria vittoria. Il malessere della villa comunale e delle statue.

Macs da sempre è impegnata per far conoscere e sviluppare il mecenatismo familiare a tutela delle bellezze dei napoletani e del mondo troppo spesso mortificate e lasciare all’incuria totale.

Serve una campagna eccezionale che da Napoli deve partire per la tutela del patrimonio storico artistico italiano.

Il mecenatismo può molto.

Per tutte l’art bonus un motore per la tutela del patrimonio storico artistico.

Ma serve attività di proselitismo e di conoscenza.

Perché molti non conoscono le sue enormi potenzialità”

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