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NAPOLI – Dopo il caso di Francesco e Giuseppe, neo maggiorenni cacciati di casa perché gay, anche Napoli si dota di una casa d’accoglienza per i ragazzi omosessuali, bisessuali e transessuali in situazioni di disagio o vittime di discriminazione e violenza. La struttura, gestita dall’associazione I-Ken onlus, va ad aggiungersi agli altri rifugi attivi o in fase di realizzazione a Milano, Modena e Roma.

Si tratta del primo rifugio di questo genere realizzato in un edificio che apparteneva a un clan criminale, in questo caso i Contini Mallardo, il cartello camorristico di Secondigliano. La struttura, costata 60mila euro, è stata in parte finanziata dallo Stato, attraverso il dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile della Presidenza del Consiglio.All’interno del rifugio, battezzato non a caso “Questa casa non è un albergo”, è già stato allestito un programma di attività, che si affianca ai servizi di counseling psicologico, di consulenza legale e di primo soccorso.

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