POMPEI- Il procuratore del Tribunale di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico, attende l’informativa degli investigatori sull’indagine a più rami avviata sugli Scavi di Pompei.
Sul caso che sta interessando l’Unione Europea, l’opinione pubblica e gli operatori turistici da più di una settimana, è stato aperto un fascicolo unico che include le denunce e le proteste dei sindacati, le repliche del Soprintendente Massimo Osanna, e il crollo del muretto rilevato nella Regio I del sito archeologico.Non sono state formulate ancora ipotesi sulla causa del cedimento del muretto, tuttavia il procuratore Pennasilico non esclude alcuna delle possibilità, vale a dire di natura colposa, dolosa o casuale. Il Sovrintendente ha lanciato delle preoccupazioni e i sindacati hanno risposto in toni duri. Pertanto tutte le componenti dell’indagine sono al vaglio degli investigatori della Procura. Sull’indagine sono al lavoro carabinieri e polizia. «Gli Scavi di Pompei, i turisti, Napoli e l’Italia non possono pagare il prezzo dello scontro tra i sindacati e la Sopritendenza. C’è bisogno di una presa di coscienza collettiva».A dirlo è Raffaele Marrone, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.«Le denunce e i cancelli chiusi non aiutano il dialogo – aggiunge Marrone –. I sindacati hanno il diritto di tutelare i lavoratori ma hanno anche il dovere di non cadere nel facile errore di confondere la rivendicazione con la contrapposizione».«Gli Scavi di Pompei sono uno degli asset turistico-culturali più importanti al mondo e portatori di benessere e occupazione per un intero comprensorio: migliaia di persone vivono, direttamente o grazie all’indotto, per il tramite del sito archeologico. I sindacati – sostiene Marrone – non possono considerarlo una “proprietà” di cui disporre liberamente».«La Sopritendenza, i lavoratori e le stesse sigle sindacali depongano le armi e trovino un punto d’intesa – conclude il numero uno della Confapi jr – perché lo spettacolo offerto, in questi giorni, è assai poco commendevole».(ANSA).