NAPOLI (foto Marcello Fiume)- Fuma ancora! A 12 ore dal tremendo incendio che ha distrutto il campo rom di via Napoli a Capodichino, una colonna di fumo bianco si alza ancora dai rifiuti presenti nell’area interessata dalle fiamme. Una bomba ecologica esplosa ieri poco dopo le 18 a causa, probabilmente di una cucina alimentata con una bombola a gas.
Il campo era abitato da circa 150 persone di cui una cinquantina sono ragazzini e lattanti. Secondo quanto raccontato dai presenti poco l’inizio della combustione si sono udite due esplosioni causate da bombole di Gpl. Una colonna di fumo nerissimo era visibile da Posillipo. Diossina superiore ai limiti in un’area vasta chilometri. La protezione civile invita la popolazione a lavare spesso la faccia e le mani e non aprire finestre condizionatori finchè nell’aria sarà percepibile la puzza di bruciato. Sul web sui social network in tanti hanno postato foto e video di quello che stava accadendo. Sul posto almeno 15 squadre di pompieri provenienti anche da Benevento e Avellino. Oltre un centinaio le baracche distrutte. Sull’accaduto indagano i carabinieri che avrebbero anche raccolto la testimonianza di alcuni rom che avrebbero raccontato di un uomo sceso da un fuoristrada che avrebbe appiccato il fuoco con del liquido infiammabile. La versione dei fatti è al vaglio degli inquirenti che non abbandonano nessuna pista.“Ulteriori conferme arriveranno domani perché, in queste ore, è stata installata una centralina mobile d’accordo con i Comuni di Casalnuovo e Afragola, ma l’incendio del campo rom di ieri non ha provocato quell’inquinamento che si temeva vedendo quell’enorme nube nera addensarsi nel cielo di Napoli e provincia, anche grazie al vento che ha permesso di disperdere, senza conseguenze, le materie nocive liberate nell’aria”.A darne notizia il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, sottolineando che “i dati Arpac relativi alle centraline più vicine al luogo dell’incendio, Pomigliano d’Arco, Casoria, Caivano, Acerra e Napoli, in via Argine e nei pressi dell’ospedale San Giovanni Bosco, hanno evidenziato un aumento degli agenti inquinanti ma non in quantità tali da mettere a rischio la salute delle persone”.“Ora bisogna capire al più presto se l’incendio è davvero legato a un vero e proprio attentato commesso da una o più persone giunte a ridosso del campo per appiccare il fuoco, così come hanno raccontanto alcuni rom che vivevano in quel campo” ha aggiunto Borrelli per il quale “saremmo di fronte a un episodio gravissimo, figlio del razzismo strisciante e del populismo di chi alimenta le paure per fini elettorali, senza dimenticare che se i rom bruciano i rifiuti lo fanno perché ci sono italiani che gli forniscono rifiuti e combustibile oltre a qualche spicciolo per incendiare il tutto”.“In ogni caso, l’incendio di ieri, così come i tanti roghi che continuano a essere appiccati, anche se in misura inferiore rispetto agli anni scorsi, dimostrano l’inefficacia dell’esercito che, anche per le poche unità impegnate, si sta rivelando una misura del tutto inutile” ha aggiunto Borrelli per il quale “il dramma dei roghi e della terra dei fuochi si deve affrontare con serietà e concretezza senza creare inutili allarmismi e alimentare il razzismo di chi pensa che la causa di tutto siano i rom dimenticando il ruolo della camorra e dei tanti commercianti e imprenditori che si liberano dei rifiuti in maniera illegale sfruttando proprio la disperazione dei rom, disposti a mettere a rischio la loro vita e quella dei loro cari per ignoranza o per guadagnare qualcosa”.“Ancora una volta, questa vicenda ha fatto emergere il grande valore dei vigili del fuoco che mettono continuamente a repentaglio la loro salute e la loro vita e a loro devono andare i nostri complimenti e la nostra riconoscenza” ha concluso Borrelli sottolineando anche “il buon lavoro dell’Arpac che, anche in questo caso, oltre ai controlli ordinari, ha immediatamente predisposto controlli straordinari che ci permetteranno di avere un quadro completo ed esauriente”.
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