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Leal dice no al circo con animali a Napoli

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NAPOLI – Il 21 ottobre LEAL a Napoli ha messo in atto una campagna di raccolta firme ai sensi dell’articolo 9 del regolamento comunale per chiedere al Sindaco di emettere subito un’ordinanza che pretenda da parte dei circhi i requisiti previsti dalle “Linee Guida per il Mantenimento degli Animali nei Circhi e nella Mostre Itineranti” elaborate dalla Commissione Cites nel 2006.

Oltre a proporre un protocollo operativo alle amministrazioni locali da adottare per il rilascio delle autorizzazioni all’attendamento dell’attività circense nei comuni italiani, le linee dispositive hanno lo scopo di verificare il rispetto delle condizioni di benessere degli animali al seguito di circhi e mostre itineranti, anche attraverso la definizione di più chiare indicazioni sulle misure minime di ricoveri e spazi a loro disposizione e sugli arricchimenti ambientali da adottare per soddisfare esigenze etologiche. Si tratta di precise e attente indicazioni che vengono date per garantire il benessere degli animali al seguito di queste attrazioni. I criteri specificano parametri da rispettare per ciascuna tipologia animale (dagli elefanti ai grandi felini, passando per scimmie, orsi, cammelli, zebre, rinoceronti, ippopotami, giraffe e foche) in merito agli spazi e alle condizioni in cui i vari esemplari devono essere tenuti.  

Per questo motivo il 5 novembre sono state depositate le 540 firme raccolte (500 è il minimo richiesto) accompagnate da una nota del Presidente Gian Marco Prampolini con cui si mette in evidenza che, in vista delle istanze da parte anche dei circhi con animali,
“in assenza di una specifica regolamentazione che dia indicazioni chiare sulle misure minime di ricoveri e spazi a disposizione degli animali al seguito di circhi e mostre itineranti e sugli arricchimenti ambientali da adottare per soddisfare esigenze etologiche, si rende necessario un intervento ai sensi del DPR 31/03/1979 che attribuisce ai Comuni, singoli o associati, ed alle Comunità montane, ai sensi degli articoli 27, primo comma, lettera a), e 18 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, la funzione, esercitata dall’Ente nazionale protezione animali, di vigilanza sulla osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e locali, relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del patrimonio zootecnico”; e che “tale intervento sarebbe supportato dai principi enunciati all’art. 1, 2 e 3 del regolamento per la tutela degli animali del Comune, in particolar modo al comma 2 dell’art. 1 che riconosce agli individui e alle specie non umane il diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche, fisiologiche ed etologiche”.

Imporre una stretta alla regolamentazione relativa agli spettacoli viaggianti è quindi un atto dovuto e necessario. È una petizione che chiede di intraprendere questa azione che è la misura più rigorosa possibile che i Comuni possono applicare per garantire maggior benessere agli animali nei circhi.

Nel frattempo è già stata inviata una lettera a tutti i comuni della città metropolitana in cui il delegato provinciale dell’associazione sottolinea il messaggio diseducativo che rappresenta il circo con animali, perché trasmette l’idea di sopraffazione dell’uomo che obbliga gli animali a compiere azioni innaturali ed esorta gli enti a dare spazio ai circhi senza animali.
 
Se il motivo della lotta contro il circo è basata sul rifiuto delle condizioni innaturali degli animali, per altri versi la questione dovrebbe interessare anche a chi è meno sensibile alla tematica animalista. L’attendamento di un circo con animali, oltre alla gestione di procedure amministrative e burocratiche per garantire la pubblica sicurezza, prevede la gestione di ulteriori controlli da parte della ASL finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, in particolar modo le modalità di eliminazione di rifiuti solidi e liquidi in osservanza della vigente normativa in materia di rifiuti.

Insomma, se anche lo sforzo fosse commisurato al guadagno per le casse comunali, si tratterebbe comunque di un consistente impegno della P.A. a supporto di esibizioni moralmente discutibili sia sul piano del benessere animale sia a livello educativo. In attesa che diventi insito nella cultura che gli animali non possono essere intrattenitori, le associazioni mettono in campo quanto possono: se proprio ci devono stare gli animali al circo – perché è impossibile vietarlo – pretendiamo almeno che siano tenuti nelle migliori condizioni possibili.

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