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NAPOLI – Torna ad allarmare il numero dei roghi che mandano in fumo intere zone sul Vesuvio. Roghi in gran parte di origine dolosa.

Una persistente e continua puzza di bruciato, fumo denso nell’aria a ridosso dell’area interessata e il volo continuo dei Canadair e degli elicotteri: ancora emergenza nella zona del Parco del Vesuvio dove da tre giorni continua a bruciare macchia mediterranea. Un incendio di natura dolosa e per il quale è scattata la caccia ai responsabili.Per migliaia di persone che vivono nei comuni interessati è stata una notte difficile: chiuse in casa, nonostante il forte caldo, in attesa di un intervento risolutivo. Quando l’incendio dei diversi focolai che coinvolgono un’area di alcuni chilometri sembra sotto controllo, ecco che le fiamme riprendono vita e il fumo si alza ancora più denso, visibile da diverse zone della provincia di Napoli.E continua, su Facebook, l’attività di denuncia, con foto, video e commenti polemici dei residenti che sottolineano lo scempio all’ambiente.Per Rosario Lopa, della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, bisogna che i responsabili dei parchi, le istituzioni competenti si costituiscano parte civile contro gli incendiari.Da oltre un decennio,sottolinea, incendiare i boschi è reato, ma finora le sentenze di condanna si contano sulle dita di una mano.E a bruciare sono stati, finora, soprattutto i parchi nazionali.Sul Vesuviano sono andati in fumo decine di ettari di bosco.Per la Campania, e la Provincia di Napoli in particolare, va chiesto lo stato di emergenza, come,continua Lopa, necessario e’ sempre più urgente un intervento legislativo da parte della Regione e del Parlamento, contro gli incendi boschivi che consenta alla magistratura un efficace azione contro i piromani.Chiederemo,conclude lopa, al governo nazionale, di non accorpare ad un’altra forza militare, mah di rafforzare l’organico del Corpo Forestale dello Stato, organo che fin’ora si e distinto per l’impegno egregio dei suoi uomini nella prevenzione e nello spegnimento degli incendi in particolare in Campania, oltre alla creazione di torrette per l’avvistamento degli incendi.“Il parco del Vesuvio continua a bruciare da quattro giorni e appare sempre più evidente che, oltre a individuare i colpevoli di roghi che sembra ormai certo siano dolosi, bisognerà capire anche cosa si poteva e non è stato fatto nella prevenzione e nella gestione dell’emergenza”.Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “troppe cose non sono andate come sarebbero dovute andare e quindi è evidente che ci siano stati errori e inadempienze”.“Il parco del Vesuvio è un patrimonio del nostro territorio e merita una tutela e una valorizzazione adeguate al suo valore” ha aggiunto Borrelli per il quale “sembra chiaro che non sia stato previsto un serio piano antincendi se è stato necessario ricorrere alle acque inquinate della vasca al Pianillo per spegnere le fiamme, così come è del tutto inadeguato il sistema di controllo e sorveglianza visto che, a quanto pare, i focolai d’incendio sono stati diversi e appiccati anche a distanza di ore l’uno dall’altro”.“Ora si pensi a spegnere del tutto l’incendio, anzi, gli incendi, ma, subito dopo, bisogna mettere insieme tutti coloro che hanno il dovere di tutelare e valorizzare il parco del Vesuvio per trovare le strade migliori e più rapide per far sì che l’inferno di questi giorni non si ripeta” ha concluso Borrelli. (ANSA)

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