NAPOLI – Corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono questi i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2017 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto, alla sua quattordicesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2016.
“Dall’analisi dei crimini contro gli animali emerge che in Campania l’anno scorso sono stati consumati tutti i reati contro gli animali previsti dalla normativa vigente, anche quelli perpetrati da gruppi organizzati e questo indica un’alta pericolosità del fenomeno nella regione -sostiene Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto-, basti pensare alle corse clandestine di cavalli e al coinvolgimento di diversi clan camorristi, o ai combattimenti tra cani e al traffico di cuccioli con la denuncia di pregiudicati. Ciò conferma il fatto che i crimini contro gli animali costituiscono anche un problema di sicurezza e di ordine pubblico. I collegamenti con altre tipologie di reato, come le scommesse illegali, gli atti intimidatori, le truffe, il traffico di armi clandestine per il bracconaggio sono sempre più evidenti e allarmanti”.
I dati delle Procure
L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2016, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Campania le risposte sono arrivate da 9 Procure Ordinarie su 10 (non ha risposto la Procura di Avellino) e da tutte e due le Procure Minorili, quella di Napoli e quella di Salerno.
In particolare per quanto riguarda le Procure Ordinarie:
Benevento: 12 procedimenti e 7 indagati per uccisione di animali; 14 proc. e 10 indag. per maltrattamento di animali; 2 procedimenti a carico di ignori per uccisione di animali altrui; 5 proc con 3 indag.
per detenzione incompatibile con la natura di animali; 7 proc. e 5 indag. per reati venatori. In totale nel 2016 ci sono stati 40 procedimenti e 25 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2015 per un confronto con il 2016.
Napoli: 43 procedimenti e 9 indagati per uccisione di animali; 81 proc. e 67 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. e 1 indag.
per spettacoli e manifestazioni vietate; 3 proc. e 45 indag. per organizzazione di combattimenti o competizioni illegali di animali; 1 proc. e 1 indag. per uccisione di animali altrui; 17 proc con 13 indag. per detenzione incompatibile con la natura di animali; 22 proc.
e 18 indag. per reati venatori; 2 proc. e 5 indag. per traffico di cuccioli. In totale nel 2016 ci sono stati 170 procedimenti e 159 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2015 per un confronto con il 2016. Nella Procura di Napoli sono stati registrati tutti i reati presi in esame, unico caso a livello nazionale.
Napoli Nord: 10 procedimenti e 7 indagati per uccisione di animali; 49 proc. e 49 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. con 1 indag.
per spettacoli e manifestazioni vietate. Nel 2016 ci sono stati in totale 60 procedimenti e 57 indagati. Rispetto al 2015, c’è stata una diminuzione del -6,25% dei procedimenti (60 rispetto ai 64 del 2015) e una diminuzione del -16,17% del numero degli indagati (57 rispetto ai
68 del 2015).
Nocera Inferiore: 8 procedimenti a carico di ignoti per uccisione di animali; 15 proc. e 13 indag. per maltrattamento di animali; 10 proc.
con 9 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 7 proc. e 5 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 2 proc. e 4 indag. per traffico di cuccioli. In totale 42 procedimenti e 31 indagati. Rispetto al 2015, c’è stata una diminuzione del -16% dei procedimenti (42 rispetto ai 50 del 2015) e una diminuzione del -22,05% del numero degli indagati (31 rispetto ai 40 del 2015).
Nola: 14 proc. e 5 indag. per uccisione di animali; 6 proc. per maltrattamento di animali; 3 proc. e 4 indag. per uccisione di animale altrui; 11 proc. con 10 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 22 proc. con 17 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 56 procedimenti e 36 indagati nel 2016. Rispetto al 2015, c’è stato un aumento del +21,73% dei procedimenti (56 rispetto ai 46 del 2015); invariato il numero degli indagati: 36 sia nel 2015 che nel 2016.
Salerno: 16 proc. e 1 indag. per uccisione di animali; 13 proc. e 10 indag. per maltrattamento di animali; 5 proc. e 1 indag. per uccisione di animale altrui; 12 proc. con 7 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 2 proc. a carico di ignoti per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 1 proc. con
3 indag. per traffico di cuccioli. In totale 49 procedimenti e 22 indagati nel 2016. Rispetto al 2015, c’è stata una diminuzione del -26,86% dei procedimenti (49 rispetto ai 67 del 2015) e una diminuzione del -55,10% del numero degli indagati (22 rispetto ai 49 del 2015). La tendenza alla diminuzione è ancora più evidente se si confrontano i dati con quelli del 2014, anno in cui i procedimenti furono 90 e gli indagati 67: -45,55% dei procedimenti e -67,16% degli indagati rispetto al 2014. Ancora più evidente la differenza con il 2013, anno in cui i procedimenti furono 120 e gli indagati 80: -59,16% dei procedimenti e -72,50% degli indagati rispetto al 2013.
“Sicuramente è il frutto della mancanza di vigilanza sul territorio e del generale depotenziamento della polizia ambientale – continua Troiano-, se non c’è un’attività specifica di repressione, gli illeciti non emergono”.
Santa Maria Capua Vetere (CE): 23 procedimenti e 7 indagati per uccisione di animali; 94 proc. e 91 indag. per maltrattamento di animali; 2 proc. e 3 indag. per organizzazione di combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali; 4 proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 16 proc. con 16 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 14 proc. e 11 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 1 proc. con 1 indagato per traffico di cuccioli. In totale
154 procedimenti e 129 indagati nel 2016. Rispetto al 2015, i fascicoli sono aumentati del +48,07%, passando da 104 a 154 e gli indagati aumentati del +53,57% passando da 84 a 129.
Torre Annunziata (NA): 1 proc. con 1 indag. per uccisione di animali;
19 proc. con 23 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. con 1 indag. per uccisione di animale altrui; 7 proc. con 8 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 7 proc.
con 7 indag. per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 35 procedimenti e 40 indagati nel 2016. Non sono disponibili dati relativi al 2015 per un confronto con il 2016.
Vallo della Lucania (SA): 4 proc. e 2 indag. per uccisione di animali;
4 proc. con 1 indag. per maltrattamento di animali; 3 proc. a carico di ignoti per uccisione di animali altrui; 4 proc. a carico di ignoti per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 15 procedimenti e 3 indagati nel 2016. Rispetto al 2015 i fascicoli sono aumentati del +400%, passando da 3 a 15, mentre il numero degli indagati è invariato: 3.
Nell’intera regione nel 2016, in base ai dati di 9 Procure su 10, sono stati registrati 621 procedimenti penali per crimini contro gli animali con 502 indagati. Proiettando questo dato a livello regionale è possibile stabilire con una stima approssimativa che nel 2016 in Campania ogni 13 ore circa è stato aperto un fascicolo per reati a danno di animali con una persona indagata ogni 16 ore circa.
Per quanto riguarda la Giustizia Minorile, sono pervenuti dati sia dalla Procura per i Minorenni di Napoli, presso la quale nel 2016 sono sopravvenuti 5 procedimenti con 4 indagati per maltrattamento di animali, sia da quella di Salerno, dove si registra un solo procedimento con un indagato per reati venatori o relativi alla fauna selvatica.
Combattimenti tra animali: un crimine in ripresa Nel 2016 nuovi e forti segnali hanno confermato in modo allarmante la ripresa dei combattimenti. Ritrovamenti di cani con ferite da morsi, sequestri di pit bull e dogo argentini, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno. Nel 2016 sono stati sequestrati in Campania almeno 18 cani per attività riconducibili ai combattimenti. Animali tenuti in condizione di degrado igienico, chiusi in recinti costruiti abusivamente sul terreno pubblico o in ruderi in zone isolate. Alcuni cani, con orecchie tagliate e senza microchip, venivano addestrati con manicotti attaccati ai rami degli alberi. Sequestrati anche flaconi di vitamine, metabolizzanti energizzanti e farmaci per aumentare la massa muscolare degli animali.
I sequestri hanno interessato Napoli, Torre Annunziata e Torre del Greco. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine la LAV ha attivato il numero SOS Combattimenti tel. 064461206, lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali.
Corse clandestine di cavalli, ippodromi & scommesse Nell’ambito di un processo per associazione di stampo camorristico, nel mese di settembre 2016, quattro persone sono state condannate dal Tribunale di Napoli a 4 anni di reclusione e al pagamento di 160mila euro di multa, perché tra aprile e ottobre 2012 hanno promosso e diretto, sul territorio del Comune di Nola (Napoli), almeno dieci corse clandestine di cavalli, mettendo in grave pericolo l’incolumità degli animali e somministrando loro sostanze dopanti.
“Questa condanna conferma l’interesse della criminalità organizzata per le corse di cavalli. Esiti giudiziari diversi – continua Troiano- hanno messo in evidenza i vari business legati all’ippica, come le scommesse clandestine, il controllo della raccolta delle scommesse anche via internet, il furto di cavalli”.
Continuano le segnalazioni relative agli allenamenti di cavalli da corsa in diverse zone del Napoletano. Su YouTube tantissimi video di corse clandestine di cavalli, girati dagli organizzatori, svolte in Campania, con tanto di colonna sonora di cantanti neomelodici.
Ma neanche i cavalli da corsa dell’ippica ufficiale stanno messi bene:
nel 2016, secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 10 cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Gare svolte negli ippodromi di Aversa (4 cavalli), Napoli (5 cavalli) e Pontecagnano (1 cavallo). Benzoilecgonina (Metabolita della cocaina, Caffeina–Teofillina, Clortalidone, Desametasone, Ecgonina Metilestere, Idrossimepivacaina, Meloxicam, Testosterone, e 16 Beta Idrossi Stanozololo (metabolita Stanozololo): queste alcune delle sostanze trovate nei cavalli da corsa in Campania.
Il traffico di cani
Il traffico di cuccioli provenienti dai paesi dell’Est trova in Campania uno dei centri di smistamento più attivi. Alcune delle persone denunciate in altre regioni sono campane e gestiscono attività legate all’importazione di cani nella nostra regione. Il 5 dicembre
2016 si è concluso con la condanna a un anno e mezzo di reclusione e tre mesi di interdizione dal commercio di animali, il processo, presso il Tribunale di Nola (Napoli), a carico di un commerciante di animali, imputato per i reati di traffico illecito di animali da compagnia, ricettazione e violazione di sigilli.
Non mancano allevamenti casalinghi, come quello scoperto in un garage dalla polizia in provincia di Caserta destinato alla “produzione” di cuccioli di razza: 26 cani chiusi in box in muratura disposti su tre livelli.
La “Cupola del bestiame”: un malaffare che non rallenta Mattatoi abusivi, animali allevati senza documentazione, bovini non iscritti all’anagrafe e sprovvisti di marche auricolari, assenza dei registri di carico e scarico dei medicinali, aziende zootecniche e allevamenti sequestrati: fatti accaduti in Campania l’anno scorso. I controlli eseguiti presso alcuni allevamenti hanno fatto emergere il pericolo di contaminazione delle falde acquifere derivante da scarichi incontrollati di liquami, smaltimento illegale di rifiuti, maltrattamento di animali. Impianti e strutture per la macellazione clandestina sono stati sequestrati nelle province di Napoli, Caserta e Salerno.
Il 9 febbraio 2016, sette esponenti di vertice, affiliati e prestanome del clan Moccia, hanno ricevuto altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Roma nell’ambito dell’indagine condotta dalla squadra mobile di Roma e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma nei confronti di un’organizzazione operante a Roma nel settore ortofrutticolo e delle mozzarelle.
Il contrabbando di Fauna e il bracconaggio Il bracconaggio e in alcune zone in provincia di Napoli e Caserta si presenta come un’attività sistematica e organizzata. Armi clandestine, munizioni illegali, fucili con matricola abrasa, richiami acustici vietati, reti, trappole, caccia in parchi nazionali, in periodo di chiusura, omessa custodia di armi, porto abusivo di armi, maltrattamento, furto venatorio, bunker abusivi, laghetti artificiali con appostamenti illegali, persone arrestate: è la cornice del bracconaggio campano. Particolarmente gravi alcuni abbattimenti di specie particolarmente protette: falchi pellegrini, poiane, gheppi.
“Nel Casertano il prelievo illegale agli uccelli acquatici viene praticato su terreni sotto il controllo di famiglie riconducibili a clan camorristici. In Campania ed in Sicilia sia ancora molto diffusa l’usanza di detenere in gabbia cardellini e altri fringillidi alimentando forme di prelievo e traffici illegali in parte gestiti dalla criminalità organizzata”. È un passo del “Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici su proposta del Ministero dell’Ambiente, in attuazione della strategia nazionale per la biodiversità.
“I mercati abusivi di fauna selvatica, in particolare nel Casertano e nel Napoletano rappresentano uno sfregio alla legalità e alla giustizia –continua Troiano. L’occupazione sistematica di alcune piazze o vie da parte dei criminali della fauna, è la dimostrazione evidente del fallimento delle politiche di prevenzione e dell’azione repressiva. Qualcuno considera i reati contro la fauna selvatica reati bagatellari, ma in realtà dietro alla vendita dei cardellini si nascondono crimini e interessi molto pericolosi. Il cardellino potrebbe essere preso a simbolo della convergenza di più interessi criminali”. Molti uccellatori napoletani vanno in trasferta in Puglia e Lazio per catturare gli uccelli e rivenderli poi nei mercati campani. Nel mese di ottobre 2016, un noto uccellatore napoletano è stato condannato a un anno di reclusione, risarcimento in favore della LAV da quantificarsi innanzi al Magistrato Civile e pagamento di 1.600 euro per le spese legali. L’uomo fu denunciato per l’ennesima volta nell’aprile del 2013 nel corso di un’operazione dei Carabinieri di concerto con la LIPU e con l’Osservatorio Zoomafia della LAV, poiché deteneva al fine di vendita fauna selvatica, reti da uccellagione e 9 gabbie-trappole.
Per quanto riguarda il traffico di animali esotici, la Campania si conferma una regione fortemente a rischio. Il Tribunale di Napoli Nord ha confiscato la tigre “Angela” sequestrata nel 2013 a Mugnano
(Napoli) nel corso di un’operazione della Polizia di Stato. L’11 luglio 2014 la tigre “Angela” fu trasferita presso un centro specializzato per grandi felini vicino Francoforte (Germania), con un’operazione di LAV e FOUR PAWS International. Nel 2016 sono stati sequestrati pappagalli, serpenti e addirittura un’area adibita abusivamente a zoo con oltre 100 animali tra cui lama, dromedari, cavalli, tartarughe e pesci.
“Malandrinaggio” di mare: un malaffare a danno della biodiversità marina Pesca di frodo, raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, pesca illegale di tonno rosso e pesce spada, impianti di mitilicoltura abusivi, raccolta clandestina di datteri di mare, frutti di mare raccolti in acque inquinate, sono solo gli aspetti più noti dell’illegalità nel settore della pesca in Campania. Oltre dieci chilometri di reti da pesca illegali, diversi pescherecci e tonnellate di pescato sequestrati. A Torre del Greco la Capitaneria di porto ha sgominato un gruppo dedito al traffico illecito di “prodotti ittici” non tracciati e pericolosi per la salute pubblica.
Anche nel settore ittico le infiltrazioni camorristiche non mancano:
varie inchieste della magistratura hanno accertato l’interesse dei clan per il mercato del pesce.
I veleni delle sofisticazioni alimentari Altro settore analizzato è quello delle sofisticazioni alimentari.
Dalla contraffazione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine di prodotti agroalimentari alla detenzione di prodotti di origine animale scaduti da tempo: le frodi alimentari scoperte nel
2016 in Campania hanno portato al sequestro di tonnellate di prodotti alimentari. Alcuni casi accertati nel 2016: mancanza di tracciabilità e non corretta etichettatura dei “prodotti ittici”; pesce esposto abusivamente per la vendita al pubblico e senza alcuna indicazione di origine; alimenti in pessimo stato di conservazione e non tracciabili; carne e pesce invasi da parassiti e stipati in contenitori completamente privi di ogni requisito igienico; latticini avariati in ristoranti e negozi; carne ovina posta in vendita sprovvista di bolli sanitari; carne suina, avicola e salumi, in pessimo stato di conservazione, senza etichettatura.
“L’analisi di questo nuovo Rapporto conferma l’esistenza di sistemi criminali consolidati – conclude Troiano -, di veri apparati con connivenze tra delinquenti, colletti bianchi e funzionari pubblici.
Sistemi criminali a danno degli animali e, in generale, della società.
Un’azione di contrasto efficace deve adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata: solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente”.