PIEDIMONTE MATESE (di Maria Errichiello)– Caos, terrore, grida e preghiere silenziose nella speranza di essere risparmiati. Di nuovo delle persone si sono trovate al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Doveva essere una serata come tante altre, una cena tranquilla, sorseggiare del buon vino in compagnia e invece sangue, panico, vite spezzate da uomini folli che in nome di Allah hanno torturato e sgozzato persone che avevano la colpa di non essere musulmani. Sì proprio così, i sette jihadisti hanno seminato il terrore tra gli ostaggi risparmiando solo chi era musulmano. Hanno tolto la vita a venti persone, li hanno torturati, trucidati perché colpevoli di non saper recitare il Corano. I corpi delle vittime sono stati straziati da armi da taglio e machete, probabilmente fatti inginocchiare, sgozzati dalle lame affilate fino alla decapitazione. Nella confusione dell’attacco alcuni riescono a uscire da locale, scappano lanciandosi dal tetto e fuggendo dalla porta sul retro. I terroristi riescono comunque a bloccare un gruppo consistente, 35 persone. Più di dieci ore di panico per gli ospiti dell’Holey Artisan Bakery, consapevoli che da quel locale probabilmente non ne sarebbero più usciti, consapevoli di dover morire e di non poter più riabbracciare i propri cari. Perché? Perché morire così? Perché dover morire in nome di un Dio per il volere di sette persone? I sette terroristi inoltre, di cui uno arrestato e gli altri uccisi, erano ragazzi di buona famiglia, educati presso le scuole migliori del Paese. Tutti ricchi e provenienti da famiglie bengalesi benestanti. Allora da cosa proviene tanta crudeltà? Perché farsi portatore di un movimento così crudele, che di religioso non ha nulla? Molti parlano di semplice “infatuazione” di quei giovani per la bandiera nera del Califfato, altri hanno indicato la causa nell’estrema povertà del Bangladesh e di conseguenza indirizzare l’odio contro gli occidentali che ne traggono benefici, sfruttando la mano d’opera locale e arricchendosi con le risorse prime del territorio.La barbara esecuzione dei venti ostaggi conta nove vittime italiane. I connazionali morti nell’attentato sono stati tra i primi a morire, come confermano i sopravvissuti.A Dacca si è registrata la più grande strage di civili italiani dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 Settembre 2001, furono dieci le vittime italiane nell’attentato a New York. Anche le provincie di Napoli e Caserta piangono per l’attentato di Dacca poiché tra le vittime italiane c’è un campano, Vincenzo D’Allestro, 46 anni, nato a Wetzikon in Svizzera ma originario di Piedimonte Matese. L’uomo si era trasferito nel 2015 ad Acerra in provincia di Napoli con la moglie Maria Gaudio, sua coetanea. La vittima era un imprenditore del settore tessile, si trovava in Bangladesh per un ennesimo viaggio d’affari. L’uomo, quella sera si trovava nel ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca assieme ad un’altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti, che possiede un negozio nella capitale del paese asiatico.Parenti e amici, sconvolti dalla scomparsa di Vincenzo D’Allestro, lo descrivono come un uomo innamorato della propria moglie e dedito al lavoro. La moglie ha dichiarato che la salma del coniuge tornerà a Piedimonte Matese, dove abitano tutti i suoi cari e dove si svolgeranno i funerali.I vicini di casa dei coniugi D’Allestro, appresa la tragica notizia, hanno dichiarato il loro dolore per la morte dell’uomo dicendo «Era una brava persona non avremmo mai voluto apprendere una simile notizia. Abbiamo incrociato Maria qualche giorno fa, era serena».A parlare è anche il cugino della moglie della vittima: «La morte di Vincenzo è una tragedia enorme e inimmaginabile».Tutta la comunità di Acerra e Piedimonte Matese si stringe al dolore dei cari della vittima. I sindaci dei due comuni hanno già fatto disporre a mezz’asta le bandiere issate sui Municipi. Il Sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, ha annunciato di aver già predisposto il lutto cittadino per il giorno dei funerali di D’Allestro.In Bangladesh la premier Sheikh Hasina ha decretato due giorni di lutto nazionale dopo aver dichiarato di essere determinata a sradicare il terrorismo. “Che musulmani sono – si è chiesta – le persone che compiono azioni così orribili? È gente senza alcuna religione”.”Maria Assunta Gaudio è sconvolta da ciò che è accaduto, visto che tutto è stato così veloce. A colpirla, ci ha detto, sono state soprattutto le immagini choc diffuse dalla televisione sui tragici fatti di Dacca”. Così Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese, che ieri sera ha incontrato la Gaudio, moglie di Vincenzo D’Allestro, in compagnia dell’assessore regionale Sonia Palmeri. I due rappresentanti istituzionali si sono recati ad Alife a casa dei genitori della donna. “Il dolore di Maria Assunta è immenso – dice – ma lo sono anche l’affetto e la vicinanza della famiglia, che l’hanno circondata e tutelata da ogni interferenza esterna, compresa quella dei giornalisti. In questo momento i familiari di Vincenzo hanno bisogno solo di serenità”. Sull’eventualità di proclamare il lutto cittadino Cappello dice che “ci vorranno ancora dei giorni per capire quando la salma tornerà a Piedimonte; ci saranno prima, probabilmente, funerali di Stato.Siamo in attesa di comunicazioni, poi dopo decideremo”.
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