Aveva 61 anni Matteo Messina Denaro ed era malato di tumore al colon. L’ex latitante era ricoverato all’ospedale de L’Aquila, ed era in coma irreversibile. I medici avevano sospeso l’alimentazione e le sue condizioni si sono aggravate giovedì. Al capezzale la nipote e legale, Lorenza Guttadauria e la giovane figlia, Lorenza.
Così Roberto Saviano commenta: “Matteo Messina Denaro (1962-2023), assassino. Il boss è morto, l’Italia continua a essere un paese a vocazione mafiosa”.
La morte dell’ultimo padrino della mafia siciliana non è stata una sorpresa. Si sapeva da tempo della sua grave malattia. Quel che preoccupa sono i suoi silenzi e le sue coperture che per oltre un trentennio gli hanno consentito di operare in maniera pressoché incontrastata.
Su questo e sui tanti segreti che ha portato con se nella tomba dovranno lavorare gli investigatori per non dare l’impressione di trovarsi dinanzi ad una vittoria di Pirro.
È morto un capoclan ma, come è sempre accaduto, già un altro in erba è pronto a prendere il suo posto. La lotta alle mafie è ancora lunga e complessa e lontana, purtroppo, dal traguardo. L’eradicazione delle mafie dal nostro Paese deve però essere l’obiettivo a cui puntare con strategia e competenza. Costruire un futuro senza mafie è possibile, ma non spetta solo alla magistratura e alle forze dell’ordine.