Non si tratterebbe di tentativi di rapina, ma di qualcosa di ancor più inquietante, macabro e sconcertante.
Secondo le ultime ipotesi investigative, i continui lanci di pietre, ciottoli e sampietrini dai cavalcavia della Statale 268 — che attraversa i paesi vesuviani — non sarebbero finalizzati a fermare le auto per poi rapinare gli automobilisti. Dietro potrebbe esserci una “challenge”, una sfida lanciata sui social, in cui gruppi di ragazzi si mettono alla prova cercando di colpire i veicoli in corsa provocando danni gravi, senza alcuna remora per le conseguenze.
È l’allarme che si fa sempre più concreto e inquietante, e che il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli rilancia dopo aver raccolto decine di testimonianze da parte di automobilisti coinvolti, come Sabrina, la donna di Somma Vesuviana rimasta gravemente ferita al volto e al torace, colpita dalle schegge del parabrezza frantumato da un masso lanciato da un cavalcavia.
A Somma Vesuviana, proprio per prevenire nuove aggressioni, il sindaco ha già predisposto un presidio fisso della Polizia Municipale sulle sopraelevate. Ma i casi si moltiplicano.
Le ultime segnalazioni arrivate a Borrelli parlano chiaro:
-“Domenica 4 maggio, verso le 21:30, eravamo in auto sulla 268 all’altezza di Somma Vesuviana quando abbiamo sentito un forte colpo e una scintilla. Solo a casa abbiamo visto il cofano ammaccato e il vetro scalfito da una pietra, probabilmente lanciata dall’alto.”
-“Lunedì 5 maggio, alle 3:40 del mattino, mio padre stava andando a lavoro lungo la SP1, nei pressi del campo nomadi, quando un sasso di cemento ha colpito il parabrezza lato passeggero, mandandolo in frantumi.”
Parabrezza distrutti, cofani danneggiati, ma soprattutto un clima di paura crescente e un senso di insicurezza che si diffonde tra chi ogni giorno percorre quella strada.
Francesco Emilio Borrelli dichiara con fermezza: “Se davvero dietro questi attacchi c’è una challenge, siamo davanti a una follia criminale. Non c’è altra definizione. Gente che si diverte a mettere in pericolo la vita degli altri va trattata per quello che è: un pericolo pubblico. Non possiamo aspettare il primo morto. Serve tolleranza zero, servono telecamere, servono controlli capillari e pattugliamenti continui. Che si tratti di sfide social, di rapine mascherate o di atti vandalici, va fermato tutto questo, subito. Invitiamo tutti i cittadini a collaborare, a segnalare qualsiasi dettaglio utile: movimenti sospetti, targhe, video, informazioni. Anche il minimo indizio può aiutare le forze dell’ordine a bloccare questi delinquenti prima che sia troppo tardi.”



















