NAPOLI (fonte foto Facebook) – Chiudono le edicole. E’ questa la triste verità di un paese oramai alla deriva culturale.

Si vendono sempre meno giornali e secondo le stime dell’Istat in Italia si legge sempre meno.

Dal 1992 ad oggi si è passati da 6milioni e ottocentomila copie vendute di quotidiani a circa 1800 (fonte Fieg).

Una crisi spaventosa che ha coinvolto anche la categoria degli edicolanti. Dal 2001 al 2017 ben 20 mila edicole hanno abbassato la saracinesca, passando da una ogni 1.550 abitanti a una ogni 4 mila residenti.

Secondo i dati di uno studio fatto da Repubblica il fatturato della vendita di giornali e altri prodotti editoriali nelle edicole tocca a malapena 1,8 miliardi l’anno, contro i 5 miliardi e mezzo del 2005: un terzo! Se si divide la somma per i 27 mila presunti punti vendita, si arriva alla misera cifra di circa 200 euro al giorno di fatturato pro capite, che rapportata al 18,70 per cento di aggio sul prezzo di copertina spettante all’edicolante, fa poco più di 35 euro al giorno. Al lordo delle spese, e per alzarsi ogni mattina alle quattro e mezza. Un margine di guadagno ridicolo. E senza buonuscita”.

Oggi gli edicolanti che stoicamente restano aperti si sono dovuti reinventare. C’è chi vende oggettistica da collezionismo, chi giocattoli, chi vive aggrappato alle ricariche dei cellulari e al pagamento delle bollette, chi addirittura vende fiori.

Un mestiere, che sta per scomparire dopo l’avvento di internet e degli smartphone che permettono a tutti di avere notizie fresche di giornata, anzi al minuto.

A Fuorigrotta da stamane smantellata l’ennesima edicola, questa volta è toccata a quella del Viale Augusto, un chiosco storico per gli abitanti della X Municipalità che da tempo erano costretti a girovagare per il quartiere per acquistare i giornali dalle ultime tre edicole ancora in funzione.

Un pezzo di storia che se ne va creando l’ennesima voragine culturale.

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