NAPOLI – “Accogliamo con entusiasmo, ma anche con estrema cautela, la decisa accelerazione del Comune di Napoli sulla imminente regolarizzazione delle sepolture irregolari nell’ambito della modifica del Regolamento di Polizia mortuaria vigente”. Lo affermano in una nota stampa l’avvocato Giovanni Rubinacci e il presidente di Tutela del Sepolcro Gentilizio Achille Sauro, a nome del comitato a cui appartengono parte degli ex proprietari di parte dei 90 loculi del Cimitero di Poggioreale acquisiti dall’amministrazione cittadina dopo una lunga querelle giudiziaria che li vede a tutti gli effetti parte lesa.
“Il ringraziamento – continuano Sauro e Rubinacci – va a tutti quei politici e amministratori locali i quali, al di fuori delle aule di un tribunale, stanno cercando di dare giustizia a tante famiglie vittime del fenomeno c.d. della mafia del caro estinto”.
“Ricordiamo – spiegano i due rappresentanti del Comitato – che l’ex Assessore competente Enrico Panini ha più volte ricordato alla Direzione cimiteriale l’urgenza di attuare la sanatoria riscontrando la gravissima questione di tantissime salme letteralmente parcheggiate in attesa di una soluzione (e una sepoltura) definitiva. Fino ad oggi non abbiamo avuto ancora nessun riscontro da parte dei dirigenti preposti, ma questa comunicazione da Palazzo San Giacomo riaccende la nostra speranza”.
Il timore degli ex proprietari, infatti, è quello di ulteriori rallentamenti nell’iter che porti a una soluzione definitiva della loro situazione. “L’augurio del comitato Tutela del Sepolcro Gentilizio, nel caso in cui si dovessero verificare ulteriori ritardi nell’approvazione delle modifiche regolamentari vista l’oggettiva difficoltà della tematica tratta, è che si possa adottare, come già fatto in passato, una delibera di Giunta che autorizzi gli occupanti all’utilizzo provvisorio dei manufatti cimiteriali in attesa del provvedimento definitivo e con l’applicazione di una tariffa confacente alla posizione dei membri del comitato che, ribadiamo, in questa triste vicenda sono da ritenersi solo vittime delle attività illegali nella area cimiteriale”, concludono Sauro e Rubinacci.