NAPOLI – L’omicidio di Ornella Pinto sarebbe stato frutto di un raptus secondo la difesa dell’imputato.

Dopo tre interrogatori durante i quali ha confermato la dinamica dell’omicidio formulata dai pm, ha cambiato versione, durante l’udienza del 9 novembre, Pinotto Iacomino, il 43enne accusato dell’omicidio premeditato e aggravato della sua ex, Ornella Pinto, l’insegnante di sostegno di 40 anni e madre di un bambino di 4, uccisa all’alba del 13 marzo scorsi a Napoli.

Iacomino ha riferito di essersi recato all’alba a casa di Ornella e di averla svegliata mentre dormiva nella stanzetta del figlio. Lì le avrebbe chiesto di spostarsi nella stanza da letto matrimoniale per un chiarimento e che la discussione a un certo punto sarebbe degenerata fino a spingerlo ad andare in cucina per prendere il coltello con il quale ha poi sferrato i fendenti mortali.

Secondo la Procura di Napoli, Iacomino che aveva le chiavi dell’appartamento dove viveva Ornella, l’avrebbe invece uccisa, all’alba di quel tragico 13 marzo con un coltello, prelevato dalla cucina di un hotel, nascosto in uno zaino. Con quell’arma avrebbe, secondo il pm, sferrato ben 13 fendenti ad Ornella che stava dormendo, tutto mentre il figlio piccolo della coppia dormiva nella cameretta adiacente a quella dell’aggressione.

“Nessuna attenuante deve essere prevista per questo brutale omicidio nei confronti di una donna indifesa, uccisa nel sonno, della propria ex compagna dalla quale ha avuto anche un figlio. Deve essere inflitta la massima condanna prevista, chi uccide, chi compie femminicidi non può cavarsela con pochi anni di galera, come già accaduto sin troppo spesso, sarebbe una gravissima ingiustizia. Questa belve devono trascorrere il resto dei loro giorni dietro le sbarre. Senza la certezza delle condanne sarebbe impossibile contrastare il fenomeno della violenza sule donne e dei femminicidi. Serve oltre ad una rivoluzione giuridica anche quella culturale.”- le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

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