Libri e abiti dei “Me contro te” contraffatti: fermato 53enne a Napoli (VIDEO)

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    NAPOLI – Oltre 5.500 tra libri di fiabe per bambini e capi di abbigliamento contraffatti sono stati sequestrati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nel corso di tre interventi tra Napoli, Volla e San Giuseppe Vesuviano.

    Durante un controllo su strada, il Gruppo Pronto Impiego ha fermato all’altezza dell’uscita Capodichino della tangenziale di Napoli, un 53enne di Trieste alla guida di un camion carico di 3300 volumi trasportati senza la relativa documentazione fiscale che ne attestasse la provenienza.

    I successivi approfondimenti condotti dai Baschi Verdi di Napoli hanno permesso di riscontrare che i libri, erano non soltanto privi di qualsiasi collegamento con la casa produttrice, ma anche assemblati con materiali di scarsa qualità e potenzialmente cancerogeni.

    Gli stessi, che avrebbero “fruttato” oltre 50.000 euro di guadagni illeciti, sono stati sottoposti a sequestro e il responsabile è stato denunciato per contraffazione e ricettazione.

    Inoltre, gli stessi Baschi Verdi, nel corso di due ulteriori interventi, hanno individuato, in un maxi store di Volla e in un esercizio commerciale di San Giuseppe 2200 capi di abbigliamento con noti marchi contraffatti pronti per essere messi in commercio ingannando i consumatori.

    Sugli stessi era stato apposto illecitamente il logo dei noti youtuber “Me contro Te”, particolarmente conosciuti tra i più giovani.

    Denunciati i responsabili, un 43enne di Acerra e un 28enne di San Gennaro Vesuviano per contraffazione e ricettazione.

    «Ringraziamo il comando provinciale della guardia di finanza di Napoli per aver messo a segno tre importanti operazioni contro l’abusivismo commerciale e la contraffazione. In tempi di Covid-19, bisogna tenere alta l’attenzione sulle distorsioni del mercato e sugli agenti patogeni che possono danneggiare la filiera produttiva».

    A dirlo è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.

    «Si tratta di fenomeni che non rappresentano solo un problema di natura economico, ma anche sociale e sanitario come ben dimostrano gli esiti degli interventi di questa mattina che hanno sventato la vendita di prodotti “potenzialmente cancerogeni” destinati ai bambini», ha aggiunto Di Santis.

    «Le Pmi stanno affrontando enormi difficoltà legate alla ripartenza, prime tra tutte il mancato accesso alle misure di sostegno tanto sbandierate dal Governo ma che in realtà rappresentano, per una vasta platea di imprenditori, un traguardo irraggiungibile. Lasciare che la contraffazione e l’abusivismo commerciale dilaghino, ora che il mercato è in contrazione, significa abbandonare a loro stesse le imprese», ha concluso.

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