TEANO – Una delegazione di venditori ambulanti del mercato di Teano questa mattina ha tenuto un presidio davanti alla sede del Municipio per protestare contro l’ordinanza sindacale che blocca le attività commerciali all’aperto fino al prossimo 20 febbraio. Una decisione, pare, innescata dall’incremento dei contagi registrato nelle ultime settimane sul territorio comunale ma che, secondo gli ambulanti, non è imputabile allo svolgimento dei mercati. Da qui il sit-in per manifestare il proprio dissenso e chiedere al Comune di fare un passo indietro e revocare l’ordinanza. ‘Non comprendiamo i motivi di questo stop imposto dall’amministrazione comunale – spiega Antonio Aletto di Fiva (Federazione italiana venditori ambulanti) Confcommercio – peraltro senza alcun preavviso, che provocherà un ulteriore danno economico ad una categoria già messa in ginocchio da un anno di emergenza Covid. I mercati all’aperto sono infatti luoghi sicuri. E gli ambulanti hanno lo stesso diritto al lavoro di chi possiede un negozio, tuttalpiù che siamo in fascia gialla. Abbiamo già registrato un calo delle vendite pari al 50% rispetto al passato eppure le istituzioni non ci hanno esonerato dal pagamento dei tributi locali o dell’occupazione di suolo pubblico, né è stato previsto un ristoro per far fronte al periodo di chiusura. Speriamo quindi che l’Amministrazione si ravveda e torni sulle proprie posizioni’. ‘Ci sembra veramente assurdo che in un momento così critico – gli fa eco Vincenzo De Matteo, responsabile Fiva Confcommercio Caserta – ci siano sindaci che decidano di chiudere i mercati. Forse non si sono resi conto del fatto che la situazione è gravissima e che si rischia l’estinzione di un settore che è stato per anni il pioniere del commercio su aree pubbliche. Serve al più presto un piano di rilancio specifico per gli ambulanti. Nelle prossime ore Fiva Confcommercio chiederà un incontro all’Amministrazione comunale di Teano. L’auspicio è di poter essere convocati in tempi brevi per individuare una soluzione che, tenendo conto dell’emergenza sanitaria, non arrechi ulteriori danni economici alla categoria’.

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