Ha tentato il suicidio il professore di Marigliano autore del post pubblicato su Facebook con il quale ha rivolto parole d’odio alla figlia della premier Giorgia Meloni a cui ha augurato di morire come Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola (Napoli) uccisa dall’ex fidanzato.
L’uomo è stato ricoverato in codice rosso in ospedale a Nola ma secondo quanto si apprende non sarebbe in pericolo di vita.
Prima di ingerire una forte dose di medicinali ha avvertito la dirigente scolastica dell’istituto dove insegna la quale ha subito avvertito i carabinieri che sono accorsi nell’abitazione del professore.(ANSA)
Minacce sui social ai figli di Meloni, Piantedosi e Salvini, l’avvocato Pisani e il deputato Borrelli rilanciano il Daspo digitale
Le gravi minacce online rivolte ai figli della premier Giorgia Meloni, del vicepremier Matteo Salvini e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riportano al centro del dibattito la necessità di un provvedimento urgente per contrastare la violenza digitale e l’odio via social. Nonostante le proteste bipartisan, la proposta di discutere l’introduzione di un Daspo digitale per chi si rende responsabile di crimini online è stata recentemente bocciata dalla maggioranza.
“Le minacce ai figli di Meloni, Piantedosi e Salvini, al pari di quelle rivolte ogni giorno a tantissimi altri minori e cittadini, sono inaccettabili. Non possiamo continuare a consentire che il web sia terra di nessuno, dove ogni offesa e ogni minaccia restano impunite. Il Daspo digitale non è una misura repressiva, ma un presidio di civiltà per tutelare i più deboli e fermare l’effetto emulazione. Si sarebbe già potuto applicare e invece la maggioranza ha deciso di bocciarne la discussione. Il governo ha l’obbligo morale di intervenire subito, senza tentennamenti, la proposta venga portata subito in Parlamento”. Lo ha dichiarato Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi – Sinistra.
Dello stesso avviso l’avvocato Angelo Pisani, promotore della raccolta firme per l’introduzione del Daspo digitale “Chi insulta e minaccia online deve essere identificato, punito e allontanato dalla rete. Le “scuse” non bastano più. Ci sono bambini, genitori, persone comuni vittime di violenza verbale quotidiana. Il Daspo digitale è uno strumento giuridico necessario per impedire la reiterazione di questi comportamenti e tutelare i diritti fondamentali anche su internet. È tempo che la politica si assuma le sue responsabilità”.
















