paziente

NAPOLI – “Mio padre non è totalmente cosciente è stanco, sta fermo nella stessa posizione da due mesi”. Su Facebook comincia così il racconto delle condizioni in cui versa un uomo anziano, ricoverato nella terapia intensiva del Cto di Napoli, dell’Azienda dei Colli. A raccontare tutto è il figlio Pasquale, esasperato delle condizioni in cui si trova il padre.

“Lo hanno legato al letto”, scrive in un post che dal 18 luglio ad oggi ha ottenuto oltre 13mila condivisioni. L’uomo allega anche una foto che mostra come il padre sia legato al letto.

A rispondere è stata la direzione strategica dell’ospedale con una nota ufficiale.

“Le misure di contenimento, assunte informando i familiari, erano necessarie, urgenti e indifferibili – si legge – dal momento che il paziente in questione, le cui condizioni non consentono una sedazione, più volte aveva tentato di liberarsi dai dispositivi respiratori che lo mantenevano e, attualmente, lo mantengono in vita”.

NOTA DELLA DIREZIONE STRATEGICA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI

La direzione strategica dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, in merito a quanto pubblicato sui social media riguardo alle condizioni di un paziente ricoverato presso la terapia intensiva dell’ospedale CTO, e a seguito di indagine interna comunica che:

Il paziente proveniva dal Pronto Soccorso dello stesso ospedale CTO, dove era giunto lo scorso 25 maggio con frattura del femore e con una gravissima insufficienza respiratoria acuta che aveva ri-chiesto una immediata intubazione e successiva ventilazione meccanica, al fine di mantenerlo in vita.

Ventilazione meccanica resa peraltro particolarmente insidiosa dal fatto che il paziente era già affetto da una brocopatia cronica ostruttiva con insufficienza respiratoria restrittiva, stante la gravis-sima cifoscoliosi deformante, per la quale il paziente era già in terapia domiciliare con ossigeno.

In conseguenza delle difficoltà di estubazione del paziente, questo veniva sottoposto a tracheotomia dilatativa percutanea rendendo in tal modo possibile, in data 6 giugno, l’intervento chirurgico di protesi totale d’anca.

Dal punto di vista nutrizionale, il paziente, per il quale sono state attivate tutte le procedure per il trasferimento presso altra struttura specializzata, veniva alimentato in maniera artificiale ed era stato applicato un sistema di gestione dell’incontinenza fecale per evitare la formazione di piaghe da de-cubito che, al momento, nonostante i quasi due mesi di ricovero a letto, il paziente non presenta.

Circa l’utilizzo di misure di contenimento, assunte informando i familiari, si precisa che tali misure erano necessarie, urgenti e indifferibili dal momento che il paziente in questione, le cui condizioni non consentono una sedazione, più volte aveva tentato di liberarsi dai dispositivi respiratori che lo mantenevano e, attualmente, lo mantengono in vita.

Si rappresenta, infine, che i familiari del paziente durante tutto il periodo di degenza sono stati co-stantemente informati e aggiornati riguardo alle condizioni del loro congiunto e alla necessità dell’applicazione delle misure contenitive, rispetto alle quali i familiari informati non manifestavano disappunto, avendone compreso la necessità.

I familiari hanno avuto libero accesso alla terapia intensiva, essendo il paziente sveglio e trovandosi in una stanza singola.

Proprio i familiari, una volta tranquillizzati, hanno manifestato verbalmente al responsabile della rianimazione la disponibilità a risarcire i danni arrecati alla porta della stanza del direttore del reparto in un momento di intemperanza.
(ANSA)

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