NAPOLI – “Quarantadue aggressioni e 130 atti di teppismo in un mese tra Coroglio, la zona dei baretti a Chiaia, via Aniello Falcone e centro storico.

Di questi, dodici con modalità violente estreme che hanno portato a sette ricoveri in ospedale.

Diversi cassonetti incendiati, bengala e fuochi artificiali illegali sparati in piena notte senza la minima attenzione per l’incolumità di avventori e passanti. Non è movida, è guerriglia urbana.

Quello delle risse e degli accoltellamenti, quando non vere e proprie sparatorie come accadde un anno fa a Coroglio dove un giovane perse la vita per uno sguardo di troppo, è un problema che di fatto non è mai stato affrontato con determinazione dalle forze dell’ordine.

Nei mesi scorsi il fenomeno della microcriminalità fra Napoli e provincia è stato oggetto di discussioni e inchieste con la politica nazionale a parlarne nei programmi televisivi. Ma da allora nulla è stato messo concretamente in atto per risolvere una criticità che rischia di degenerare sempre di più.

Serve maggiore controllo del territorio anche attraverso perquisizioni e videosorveglianza”. Lo hanno detto il consigliere regionale dei verdi Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale del Sole che Ride, Marco Gaudini.

“Troppi giovani girano armati, troppo facile è diventato per loro reperire una pistola o un semplice coltello. Le zone della movida diventano ogni weekend più pericolose e i giovani onesti e perbene rischiano di essere pestati e gravemente feriti solo per aver, magari, incrociato per sbaglio lo sguardo di questi criminali.

Non c’è traccia delle nuove unità delle forze dell’ordine annunciate dal ministro Salvini, eppure ce ne sarebbe davvero bisogno – hanno continuato Borrelli e Gaudini – Servono più controlli per le strade della città, serve monitorare assiduamente i luoghi maggiormente frequentati dagli adolescenti per prevenire veri e propri scatti di follia che possono finire male.

E per chi gira armato o partecipa a risse e aggressioni, pene severissime. Bisogna far capire a questi delinquenti che lo Stato gli sta con il fiato sul collo e che il tempo delle stese e della criminalità a Napoli è finito”.

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