NAPOLI (Di Anna Calì) – Migliaia di turisti sbarcano a Napoli per il ponte del 25 aprile e non solo, affascinati dal mito di una città che non dorme mai, dalle sue bellezze millenarie, dai panorami mozzafiato, dalle meraviglie del sottosuolo e, perché no, anche dalla sua proverbiale accoglienza. Ma appena mettono piede in città, scoprono che il vero “viaggio” inizia lì: nel tentativo, spesso fallito, di raggiungere le bellezze del centro a piedi, trascinandosi per chilometri in salita o in discesa, con valigie al seguito, tra marciapiedi dissestati e indicazioni assenti.
Perché la Funicolare Centrale, snodo essenziale tra il Vomero e il centro storico è chiusa a partire da oggi, 24 aprile e per sei giorni a causa di una sostituzione del cavo trainante.
Non un’eccezione, purtroppo. Già a Pasqua e Pasquetta, in pieno afflusso turistico, molte linee ANM sono state sospese a partire dalle ore 12.30 sino alle 15.30. Un intervallo perfetto per una pennichella. Forse era giunto il momento di rispettare la siesta partenopea? O il break serviva per garantire la digestione lenta del casatiello anche ai mezzi pubblici? L’ironia è amara, perché non si tratta di folklore, ma di una gestione tragicamente inadeguata di una città che vive di cultura, storia e ormai sempre più di turismo.
E mentre si annuncia trionfalmente che i treni della Linea 1 passeranno ogni 8 minuti, la realtà racconta ben altro: ritardi cronici, stazioni sovraffollate, banchine invivibili e treni che arrivano già pieni all’origine della corsa. I cittadini e i turisti sono costretti a lunghe attese e viaggi in condizioni disumane, spesso senza nemmeno un’informazione chiara su cosa stia accadendo.
Stesso copione per l’Alibus, il collegamento tra aeroporto e centro città, divenuto ormai il simbolo del disservizio: soli tre mezzi aggiunti in vista del ponte del 25 aprile, a fronte di un flusso turistico da record. Già durante la Pasqua, le fermate erano sommerse da code chilometriche sotto il sole, senza alcuna alternativa reale per raggiungere il centro. E si parla di una delle città più visitate d’Italia nel 2024.
L’ex Sindaco, Luigi De Magistris commenta così: “Una città non governata. Un assessore alla mobilità imbarazzante, abbiamo consegnato alla giunta Manfredi un’azienda dei trasporti forte, i treni della metropolitana, nuove stazioni già pronte, più personale, investimenti in autobus e tram, e non sono in grado di far funzionare nemmeno l’ordinario. Per non parlare di mobilità, sicurezza stradale e cantieri, sono un disastro politico e amministrativo e anche un pericolo per la città e la nostra incolumità. Hanno un fiume di denaro pubblico che non sono in grado di spendere correttamente e i servizi funzionavano meglio quando non c’era un euro. Napoli non merita questa scandalosa gestione politica e amministrativa. Il tutto aggravato da un sindaco che non vive e non conosce Napoli”.
A fronte di questo, la pianificazione comunale è inesistente. Nessun piano per migliorare l’interscambio tra ferro e gomma, nessun reale potenziamento degli orari di metropolitane e funicolari, né interventi strutturali sull’efficienza del sistema.
A cosa serve progettare il futuro se non si è in grado di garantire il presente? Il nodo non è solo infrastrutturale, ma profondamente politico e amministrativo: ANM si dimostra ancora una volta incapace di reggere il passo con le esigenze della città, e la giunta comunale, che pure ama dipingere Napoli come capitale europea del turismo, resta silente, come se il problema non la riguardasse.
“Si tratta di accuse gravi – dichiara il deputato Borrelli – a cui chiedo all’Anm di rispondere in modo chiaro e preciso. Troppo spesso questi problemi avvengono in prossimità di giorni festivi o ponti. Di questo passo la credibilità del trasporto pubblico scenderà sotto zero. Di certo la comunicazione dei disagi non è all’altezza ed esaspera molto gli animi. Inoltre ci auguriamo che vengano immediatamente fatti i controlli di sicurezza e non rinviati a dopo il ponte del 25 aprile. Le funicolari sono fondamentali per il trasporto cittadino e ancor di più in piena stagione turistica”.
Napoli ha imparato a vivere con le contraddizioni. Ma questo non può giustificare il fatto che una città che vive (e sopravvive) grazie alla cultura, al turismo, alla curiosità del mondo intero verso la sua bellezza e la sua storia, venga sistematicamente sabotata da chi dovrebbe garantirne la mobilità e l’accessibilità. È un autogol clamoroso, eppure reiterato, che mostra una città meravigliosa… ma impossibile da vivere.
Non basta più raccontare Napoli come il posto della pizza, del Vesuvio e del mandolino. I turisti non vengono più per la cartolina da spedire o per una calamita da mettere sul frigorifero e guardare ogni volta che ne sentono la nostalgia. No. Vengono per vivere un’esperienza autentica, profonda, che parte proprio dalla possibilità di muoversi, esplorare, scoprire. Se non li mettiamo nelle condizioni di farlo, non solo perdiamo la loro fiducia, ma compromettiamo il futuro di un’intera economia urbana.
E allora, la domanda è semplice: quanto ancora possiamo permetterci questo lusso dell’inadeguatezza?