NAPOLI – Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, interviene, ancora una volta, sulle vicende datate  per la realizzazione del parco agricolo-didattico, una delle opere pubbliche assurte tante volte alla ribalta delle cronache, ma che non hanno ancora visto la luce, nell’area collinare del capoluogo partenopeo. In un ambito peraltro dove, come dimostrano le tormentate vicende, per esemplificare, del parco Mascagna e della villa Floridiana, il verde pubblico è del tutto insufficiente rispetto alle effettive esigenze della popolazione residente. Parliamo del parco agricolo-didattico che sarebbe dovuto sorgere, ma il condizionale a questo punto è d’obbligo, visto che sono passati oltre vent’anni dall’inizio di questo tormentone, nell’area dell’ex gasometro, posta, al Vomero, tra viale Raffaello e salita Cacciottoli e che si arricchisce di una nuova puntata nell’eterna telenovela che sta caratterizzando i lavori per la realizzazione dell’opera.

“Dopo il flop del 31 ottobre dell’anno scorso, data entro la quale l’amministrazione comunale partenopea si era impegnata ad aprire il parco – puntualizza Capodanno – , c’era sta una nuova indicazione ma non una data precisa, come avviene di prassi quando si appaltano lavori pubblici: si parlava di un rinvio dell’apertura entro febbraio 2023. Ma, in questi giorni, i residenti, che più volte hanno manifestato delusione e rabbia per i continui rinvii per il completamento di un parco molta atteso, non vedendo operai nel cantiere e riscontrando, anche con rilievi fotografici, che i lavori sono fermi, hanno chiesto informazioni appurando che ci sarebbe un nuovo rinvio e che il nuovo appuntamento per l’inaugurazione sarebbe slittato a giugno prossimo, anche se al riguardo non c’è ancora alcuna notizia ufficiale da palazzo San Giacomo. Così di rinvio in rinvio i lavori, per questa novella tela di Penelope, sembrano non avere mai fine. Nel frattempo, in pessime condizioni versa anche l’impalcatura che da anni sorregge il muro di recinzione dell’area interessata lungo salita Cacciottoli, come segnalato dagli stessi residenti i quali temono che, da un momento all’altro, il muro e l’impalcatura possano crollare, per la qual cosa si auspica che vengano effettuati, in tempi rapidi, i necessari controlli atti a garantire la sicurezza dei passanti “.

“Da sottolineare – aggiunge Capodanno – che, se e quando finalmente saranno terminate le opere, occorrerà poi attivare tutte le procedure per la gestione del nuovo parco. Un’attività complessa, come testimoniano le vicende di un’altra struttura comunale, presente nell’ambito della municipalità collinare, sovente alla ribalta delle cronache cittadine: la casa della socialità, per la quale, dopo oltre quattro anni dal termine dei lavori, si attende ancora che ne venga definito l’affidamento, con la conseguenza che continua a rimanere chiusa “.

“Nel marzo del 2011, dopo varie traversie – ricorda Capodanno -, il progetto del parco agricolo-didattico fu finalmente presentato in pompa magna alla stampa, nel mentre erano da poco iniziati i lavori che sarebbero dovuti durare sei mesi. Invece da allora sono trascorsi quasi dodici anni.  Oltre due milioni di euro a suo tempo finanziati ma, a distanza di tanto tempo,  i napoletani sono ancora  in attesa che veda la luce questo parco che doveva sorgere su di un’area acquisita dal Comune di Napoli, di circa 14mila metri quadrati, area che fino agli anni ’80 era stata occupata da una campana gassometrica e dalle relative attrezzature per il suo funzionamento “.

 “Il parco in questione – sottolinea Capodanno – fu progettato su un’area vincolata, che precedentemente apparteneva a un privato, e su una parte della quale si voleva realizzare un parcheggio interrato. Dopo una serie di battaglie giudiziarie, sostenute anche da associazioni e residenti, il Comune di Napoli elaborò una variante per un progetto di riqualificazione, variante approvata con deliberazione consiliare n. 44/2001 e deliberazione di Giunta comunale n. 2365/2002. Da allora sono trascorsi oltre vent’anni e, nel frattempo, per molti il parco agricolo-didattico in questione è diventato solo una chimera  “.

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