“Dal momento che fu chiuso l’8 settembre dell’anno scorso, a seguito di una disposizione varata il giorno precedente, oggi sono esattamente 400 giorni che il parco comunale Mascagna è chiuso, mentre ancora non è nota la data esatta della sua riapertura. Si parla genericamente di renderlo di nuovo fruibile prima delle festività natalizie ma al riguardo, visti i precedenti e osservando lo stato di degrado che oramai affligge il polmone di verde in questione per il lungo stato di abbandono, circola molto scetticismo tra i residenti, al punto che si sono anche intensificate le manifestazioni di protesta, mediamente una alla settimana, l’ultima stamattina “. A tenere la contabilità dei giorni di chiusura, richiamando l’attenzione anche della magistratura sui gravi quanto, a tutt’oggi, ingiustificati ritardi nell’esecuzione dei lavori nel parco comunale, è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che, tra l’atro, ha lanciato sulla piattaforma change org, una petizione con la richiesta delle dimissioni dell’assessore al verde del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, segnatamente a ragione delle vicende che hanno portato alla lunga quanto ingiustificata chiusura del parco comunale in questione, petizione che ha già superato le 700 sottoscrizioni.
“Va peraltro evidenziato – sottolinea Capodanno – che rispetto alle dichiarazioni rilasciate in precedenza dallo stesso assessore comunale al verde, la durata dei lavori non è più di 90 bensì di 100 giorni. Dal momento che, nel nuovo cartello di cantiere si legge che l’inizio dei lavori, affidati alla ditta subentrata TEKNO GREEN S.R.L., con la consegna delle chiavi del cantiere, è avvenuto il 4 settembre scorso, sono già trascorsi 38 giorni, circa il 40% del tempo concesso. Da quello che si può osservare allo stato, anche in relazione al numero di giorni nei quali non è stato possibile lavorare per le avverse condizioni climatiche ma anche per l’esiguo numero di operai che si vedono al lavoro, non appare proprio credibile che venga rispettato il termine indicato, almeno che non si riferisca ai soli giorni effettivamente lavorativi, cosa che nello stesso cartello non viene precisata “.
“Il nuovo importo per il completamento dei lavori, indicato sempre nel cartello di cantiere – puntualizza Capodanno -, risulta essere di poco inferiore ai 200mila euro oltre IVA. Resta comunque la gravità del fatto che per la riqualificazione di un fazzoletto di terreno, dell’estensione di poco più di un ettaro, alla fine si saranno impiegati complessivamente, sempre che non sorgano altri problemi, oltre 15 mesi, privando, per così lungo tempo, tante persone, soprattutto bambini accompagnati e anziani, dell’unico polmone di verde pubblico attrezzato a disposizione di una vasta quanto densamente abitata area della città, posta a confine tra i quartieri del Vomero e dell’Arenella “.
“Inoltre – aggiunge Capodanno – restano ancora senza risposte le tante domande che sulla vicenda sono state rivolte, in più occasioni, allo stesso assessore comunale al verde. Perché non sono stati mai resi noti i motivi per i quali la ditta aggiudicataria, dopo aver abbattuto 23 alberi, ha rinunciato a proseguire i lavori agli inizi del mese di luglio? Perché si sono cumulati altri ritardi nell’individuare la nuova ditta alla quale assegnare l’appalto, quando bisognava semplicemente scorrere la graduatoria? Come è stato determinato il nuovo importo dei lavori in circa 200mila euro, visto che una parte delle somme stanziate originariamente sarà stata presumibilmente già pagata per i lavori eseguiti? Come si giustifica che, per un’area a verde di modesta entità, sia occorso tanto tempo per una riqualificazione che era stata programmata da tempo, con tanto di progetto esecutivo, cambiato poi in corso d’opera? “.