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Napoli, pattinaggio alla Galleria Umberto I: sogno o son desto?

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NAPOLI (Di Anna Calì) – Achille Lauro inizierebbe proprio così: “Ci son cascato di nuovo, ahia, ahia” Anche questa volta ci siamo cascati: nell’indifferenza, nell’assenza di regole e nella solita vergogna che si consuma a cielo aperto. È quello che si pensa nel vedere le scene di due ballerini che, incuranti hanno aperto le danze con tanto di pattini non su una pista qualunque bensì all’interno della Galleria Umberto I, uno dei gioielli architettonici della città, costruito a fine ‘800 come simbolo della rinascita urbana e, oggi calpestato.  Sogno o son desto? Purtroppo è tutta realtà.

A colpire, più dei pattini sulle superfici appena restaurate, è l’assenza totale di controllo. I vigili? Nessuna traccia. Le forze dell’ordine? Idem. L’unica cosa che resta è un video che diventa virale e scatena giustamente polemiche. Ma a parte qualche post indignato nessuno interviene davvero. Tutto resta sospeso, come sempre, in una terra di nessuno.

Eppure, da mesi si sta lavorando con fondi pubblici e competenze specialistiche per riportare all’antico splendore i preziosi pavimenti in commessi marmorei e mosaico della Galleria. Il progetto di restauro è in corso e non ancora concluso prevede interventi su fratture, lesioni, marmi danneggiati, causati da anni di incuria, dal passaggio di merci pesanti, ma anche da una gestione distratta e miope. Una ferita antica che si cerca di sanare con pazienza, mentre altri la riaprono per puro divertimento.

Quel pavimento non è solo una superficie su cui camminare. È un’opera d’arte, un frammento di storia, testimonianza di un’epoca in cui l’arte si fondeva con la quotidianità urbana. Permettere che venga calpestato da rotelle e scarponi, mentre le squadre di restauratori lavorano a pochi metri, è un insulto alla memoria e al futuro della città.

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli ha fatto sapere che il restauro è stato finora completato nella metà verticale del braccio verso il San Carlo, su via Verdi, e lungo l’intero braccio verso Santa Brigida. A settembre è previsto il prosieguo nella verticale su via Vittorio Emanuele III. E già si discute di un nuovo piano di gestione degli spazi, che includa regole precise per carico e scarico merci, oltre che controlli reali contro l’abusivismo e il degrado.

Ma questi buoni propositi rischiano di restare sulla carta se la tutela concreta del bene non diventa una priorità. Serve sorveglianza. Serve una presenza costante. Serve che chi infrange le regole venga sanzionato, non soltanto ripreso in video.

Chi permette che ci si esibisca in numeri di freestyle tra le colonne liberty della Galleria Umberto I senza autorizzazione, senza limiti è complice del suo sfregio. E chi, per ruolo e dovere, avrebbe dovuto intervenire e non l’ha fatto, porta su di sé una responsabilità ancora più grave.

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