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Napoli, protesta davanti all’Inps per il reddito di cittadinanza

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NAPOLI – Un centinaia di persone aderenti alla sigla Potere al Popolo, ma anche semplici percettori che sono stati privati del sussidio, si sono radunati in via De Gasperi. La tensione è alta e le preoccupazioni che in realtà come Napoli esplodano proteste incontrollate sono tante.
E poi c’è l’ansia degli operatori, che sono pochi e hanno paura di diventare il terminale del malcontento, oggetto di vere e proprie aggressioni. A Napoli e provincia i potenziali orfani del reddito di cittadinanza sono un esercito di 21.500 persone. In tutta la Campania, dove il numero complessivo sale a quasi 37mila, ci si prepara a un periodo incandescente. I manifestanti hanno chiesto e ottenuto un incontro con i vertici locali dell’Inps.

NAPOLI: ACAMPORA (PD): “SOSPENSIONE REDDITO E MODIFICHE PNRR DURI
SCHIAFFI ALLA CITTA’. LA MELONI CONVOCHI SINDACI E ANCI”
“È vero, questo governo nordista e di destra sta facendo quanto   promesso in campagna elettorale:  dare continui schiaffi al Sud e a   Napoli. Purtroppo l’autonomia differenziata, le modifiche al PNRR e la   sospensione reddito di cittadinanza fanno parte di un pacchetto di
misure vergognoso, contro il quale come democratici, come progressisti   e come napoletani dobbiamo alzare la voce subito, nei palazzi e nelle   strade”. Così Gennaro Acampora, capogruppo del Partito Democratico nel  Consiglio Comunale di Napoli, intervenendo nel corso dell’assemblea
“A pochi passi da noi ci sono le camionette della polizia davanti alla
sede dell’Inps, dopo che un SMS ha cancellato il reddito di cittadinanza per 21mila famiglie napoletane, senza far capire come verranno presi in carico e senza un chiaro percorso di formazione –  sottolinea Acampora –  Un cambiamento in negativo che rende ancora più
precarie vite già tribolate, toccando la carne viva di persone che oggi si ritrovano senza un aiuto concreto contro la povertà. Ma questo è solo il primo di tanti schiaffi che il Sud sta subendo in questi mesi dal governo Meloni. Il ministro Calderoli vuole correre con
l’autonomia differenziata, che toglie servizi essenziali a quel Meridione che già accusa dei divari importanti. E un altro schiaffo lo abbiamo subito la scorsa settimana con le modifiche al PNRR, togliendo risorse a importantissimi progetti di rigenerazione urbana come quelli di Scampia e di Taverna del Ferro, oltre 120 milioni di euro che il Comune avrebbe investito periferie strategiche, che attendono una  svolta su vivibilità e politiche abitative non da anni ma da decenni.
“Non è possibile che tutto questo venga accantonato di punto in bianco senza consultare il Comune – aggiunge Acampora – specie se si tratta di interventi di cui sono stati fatti i progetti, gli appalti  assegnati e con un preciso cronoprogramma. Chiediamo all’amministrazione di andare avanti e di lottare, anche attraverso la dura opposizione dell’Anci, anche rilanciando su misure come il salario minimo. Chiediamo che la Meloni convochi i sindaci, il presidente dell’Anci Decaro, nella speranza che questa spirale si
fermi. Non si può continuare a fare questo misero scaricabarile sulle città e i Comuni, minacciandone la tenuta sociale”.

 

“La revisione del PNRR da parte del Governo senza nessuna concertazione con Sindaci e organizzazioni sindacali, significa abbandonare i Comuni e acuire le differenze, significa trasformare questo straordinario strumento da opportunità a svantaggio competitivo. Significa segnare le già marcate differenze tra nord e sud” – è quanto dichiarano in una nota Giuseppe Annunziata e Antonietta Garzia (rispettivamente segretario metropolitano e responsabile iniziativa politica).

“Il Partito democratico di Napoli non intende assistere inerme a questo ennesimo atto eversivo del Governo più a destra di sempre nel nostro Paese rispetto alla nostra carta costituzionale. La segreteria metropolitana invita tutti i Comuni ad indire Consigli comunali straordinari, al fine di votare la mozione con la quale si chiede al Governo, che ha tempo fino al 31 agosto per iniziare il negoziato con l’UE, di individuare subito le nuove fonti di finanziamento e sopperire così al taglio di 13 miliardi di euro destinati ai Comuni, e ciò al fine di scongiurare lo stop delle opere già cantierate e di lasciare in un limbo “sine die” quelle prossime ad essere cantierate” – concludono gli esponenti della Segreteria.

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