NAPOLI – “Dai 30 euro di Napoli ai 2mila di Milano per la sanificazione dei locali, parte male la Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Eppure l’esito di questa nuova fase ruota tutta intorno alla capacità di sanificare in modo corretto ed efficace i locali che gli italiani, liberi dal lockdown, potranno progressivamente riprendere a frequentare. Ma attenzione al costo di queste attività: se il prezzo non copre neanche il pagamento di un tecnico e dei materiali occorrenti è evidente che siamo difronte a una sanificazioni non a norma”. A lanciare l’allarme è Pasquale Mario Bacco, amministratore delegato di Meleam, la spa che riunisce un gruppo di aziende che operano nel campo della sicurezza nei luoghi di lavoro e nella gestione e certificazione aziendale.
“Da Napoli, e in generale dal Sud, ci arriva notizia di sanificazioni realizzate a 30 euro, una cifra assolutamente fuori mercato, che suscita forti preoccupazioni circa il corretto svolgimento dell’attività di decontaminazione e quindi il rischio di contagio per gli avventori. Ma che rappresenta anche una concorrenza sleale per le aziende sane che vorrebbero lavorare”.
D’altronde, rimarca l’amministratore delegato, cattive notizie giungono anche dal Nord: “Da un eccesso all’altro – spiega – sappiamo di imprenditori-sciacalli che nelle regioni più colpite dalla pandemia, e quindi in quelle settentrionali, chiedono fino a 2mila euro per sanificare un locale”.
La cifra congrua calcolata da Meleam per una corretta sanificazione e il rilascio del certificato è vicina a 1,30/1,60 euro al metro quadrato. Per ripulire un bar di 100 mq, ad esempio, servono all’incirca 150 euro, più Iva. Man mano che crescono le dimensioni del locale, si abbassa il costo per singolo metro quadrato, circa 0,50/0,80 euro. Prezzo totale, 220 euro più Iva. “Dietro un prezzo molto più alto o più basso – continua Bacco – si nasconde la truffa”.
In un una cornice normativa che ha lasciato ampi margini d’azione alle Regioni in tema di sanificazione, la Meleam chiede alle istituzioni che ci siano regole chiare e controlli stringenti su questo tipo di attività. “La situazione a macchia di leopardo che si è venuta a creare per i diversi orientamenti adottati in materia dalle Regioni rischia di creare disparità dei costi per chi deve sopportare i costi della sanificazione, di creare un mercato drogato da pseudo sanificatori e soprattutto di non assicurare ai cittadini di frequentare ambienti sicuri dal punto di vista sanitario”.