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Prefetture di Napoli e Caserta e Consorzio Volturno, ecco il protocollo Legalità

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“Tenere fuori dalle grandi sfide la criminalità, costruire regole sempre più trasparenti nella gestione delle risorse pubbliche, favorire il gioco di squadra, la leale collaborazione istituzionale“. Cosi Francesco Todisco, Commissario del Consorzio generale di bonifica del bacino inferiore del Volturno sul ‘Protocollo di Legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici’, firmato con la Prefettura di Napoli nella persona del Prefetto, dottore Michele di Bari e con la Prefettura di Caserta, nella persona del Prefetto, dottoressa Lucia Volpe.

Il Consorzio, come è scritto nel protocollo, esplica le funzioni ed i compiti che gli sono attribuiti dalle leggi statali e regionali con particolare riferimento alla bonifica e all’irrigazione, alla difesa del suolo e dell’ambiente, alla valorizzazione del territorio agricolo, alla tutela della qualità delle acque e alla gestione dei corpi idrici nonché alla protezione civile. Il Consorzio collabora con il sistema dei consorzi di bonifica, con l’ANBI Nazionale e con le Istituzioni preposte, nell’attività di sicurezza idraulica e per un uso sostenibile della risorsa irrigua, in un quadro di riferimento ancorato al rigoroso rispetto della normativa vigente e di contrasto ad ogni forma di illegalità.

“Alla rete dei Consorzi di bonifica – ha ricordato Todisco – è affidata la responsabilità della gestione delle risorse assegnate, in particolare dall’Unione Europea e dalla Regione Campania per la realizzazione di progetti di grande utilità per il ‘sistema Paese’. In Campania abbiamo, negli anni, recuperato credibilità, ed oggi in prima linea per assicurare al territorio interventi infrastrutturali strategici”.

“Su tutti – ricorda – l’intervento sui regi Lagni per trasformali nel ‘giardino d’Europa’, una grande sfida”.

“È interesse delle parti – è scritto allora nel protocollo – promuovere ed avviare iniziative collaborative volte a potenziare la cornice di legalità nel segmento dei contratti pubblici, attraverso l’introduzione, accanto alle tradizionali clausole antimafia, di pattuizioni tese a rafforzare gli impegni alla trasparenza e alla legalità, pure in ambiti non strettamente riconducibili ai rischi di aggressione da parte del crimine organizzato”.

“È volontà delle parti – è scritto fra le altre cose – perseguire, con strumenti efficaci, il preminente interesse pubblico alla legalità, alla trasparenza nelle procedure concorsuali d’appalto e alla tutela del sistema delle imprese dal rischio di infiltrazione mafiosa, con estensione delle informazioni antimafia per appalti di opere e lavori pubblici del valore pari o superiore a euro 1.000.000, per subappalti e/o subcontratti concernenti la realizzazione di opere o lavori pubblici indipendentemente dal valore, per prestazioni di servizi e forniture pubbliche del valore pari o superiore a euro 140.000”.

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