NAPOLI – Entra nel vivo il processo che vede accusate 8 persone di danneggiamento, devastazione e saccheggio, interruzione di un servizio di pubblica necessità, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale aggravati dal metodo mafioso, dopo la morte di Ugo Russo.

Si tratta di parenti e amici del 15 ucciso da un carabiniere libero dal servizio dopo un tentativo di rapina.

Davanti al gup Enrico Campoli con rito abbreviato c’erano stamane Giovanni Grassso, cugino di Ugo Russo, e Vincenzo Sammarco che rispondono, invece, di spari contro la caserma dei carabinieri: per loro chiesti rispettivamente nove e cinque anni.

8 anni a testa, invece, sono stati chiesti per Salvatore Grasso, sua moglie Maria Pia Russo, Salvatore Mazzocchi, Gennaro Mancini, Michele Incoronato e Lucia Palumbo.

“Nessuno sconto di pena per chi ha devastato l’ospedale Pellegrini Vecchio e ha sparato all’indirizzo della caserma del Comando provinciale dei Carabinieri dopo la morte di Ugo Russo, il giovane rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con un Carabiniere in borghese che aveva tentato di rapinare nella zona di Santa Lucia.

La richiesta di otto condanne in sede di processo con rito abbreviato per i presunti autori di queste gesta criminali, con pene che vanno dai cinque ai nove anni di reclusione, sono un segnale forte contro violenza e illegalità.

I reati contestati, che vanno dalla devastazione e saccheggio, all’interruzione di un servizio di pubblica necessità, alla violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dal metodo mafioso, testimoniano la gravità di quanto accadde lo scorso 1 marzo.

Mi aspetto adesso altrettanta severità da parte dell’organismo giudicante”. Questo il commento del consigliere regionale di Europa Verde, francesco Emilio Borrelli alle richieste del Gup, Enrico Campoli.

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