Giornata cruciale per la Chiesa Cattolica: oggi, mercoledì 7 maggio, si entra nel vivo del Conclave per l’elezione del successore di Papa Francesco. Alle ore 16:30, i cardinali elettori faranno il loro ingresso solenne nella Cappella Sistina. Qui, prima del pronunciamento dell'”Extra omnes”, il momento in cui le porte della Cappella verranno chiuse sigillando l’inizio delle votazioni e cardinali presteranno il loro giuramento.
Dopo la chiusura delle porte, il mondo intero sarà con il fiato sospeso, in attesa delle tradizionali fumate dal comignolo della Sistina. Se il fumo sarà nero, segnalerà che non è stata raggiunta l’elezione del nuovo Pontefice, con una fumata prevista a fine mattinata e una a fine giornata. Al contrario, se dal comignolo si leverà la tanto attesa fumata bianca, anche potenzialmente a metà mattinata o metà pomeriggio, essa annuncerà al mondo l’avvenuta elezione del nuovo Papa.
All’interno della Cappella Sistina, tutto è pronto per accogliere i cardinali. Su ciascun tavolo è stato predisposto il nome di ogni elettore, insieme all’Ordo (il rituale del Conclave) e alla costituzione che ne disciplina le norme.
La giornata inizierà alle ore 10:00 nella maestosa Basilica di San Pietro, i cardinali, sia elettori che non, si sono riuniti questa mattina per la solenne Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, un momento cruciale che precede l’ingresso in Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. La celebrazione è stata presieduta dal Cardinale Decano Giovanni Battista Re, che nella sua omelia ha sottolineato la gravità della responsabilità che grava sui cardinali elettori.
Ricordando l’auspicio di San Giovanni Paolo II, il Cardinale Re ha affermato: “L’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna”. Ha poi fatto eco alle parole del Pontefice polacco contenute nel “Trittico Romano”, auspicando che, nelle ore della grande decisione espressa attraverso il voto nella Cappella Sistina, l’imponente immagine michelangiolesca del Giudizio Universale ricordi a ciascun cardinale “la grandezza della responsabilità di porre le ‘somme chiavi’ nelle mani giuste”. Il Cardinale Decano ha citato anche la Costituzione Apostolica “Universi dominici gregis”, sottolineando come l’atmosfera della Cappella Sistina debba alimentare “la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato”.
Il cuore dell’omelia del Cardinale Re è stato un potente richiamo alla forza trasformatrice dell’amore: “L’amore è la sola forza capace di cambiare il mondo. Gesù ci ha dato l’esempio di questo amore all’inizio dell’ultima cena con un gesto sorprendente: si è abbassato al servizio degli altri, lavando i piedi agli Apostoli, senza discriminazioni, non escludendo Giuda che lo avrebbe tradito”. Questo gesto di servizio umile e universale, ha spiegato il Cardinale, si ricollega al messaggio del Profeta Isaia nella prima lettura, che ricorda come la qualità fondamentale dei Pastori sia “l’amore fino al dono completo di sé”. Da questi testi liturgici emerge un pressante “invito all’amore fraterno, all’aiuto vicendevole e all’impegno per la comunione ecclesiale e per la fraternità umana universale”.
Rivolgendosi ai cardinali elettori, il Cardinale Re ha sottolineato le grandi aspettative del mondo nei confronti della Chiesa: “Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le future generazioni”. Ha concluso la sua omelia invocando la materna intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, affinché lo Spirito Santo illumini le menti dei cardinali elettori e li renda concordi nell’elezione del Papa di cui il nostro tempo ha bisogno.
Successivamente, il Cardinale Re ha ribadito come “fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: la comunione di tutti i cristiani con Cristo; la comunione dei Vescovi col Papa; la comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture”. Ha inoltre posto l’accento sull’importanza di “mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli”, un’unità che non significa uniformità, ma “salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga sempre nella piena fedeltà al Vangelo”.
Parallelamente alla celebrazione, i cardinali che non avevano ancora provveduto hanno completato la sistemazione nelle loro stanze presso la residenza di Casa Santa Marta o nell’adiacente Santa Marta Vecchia, dove alloggeranno durante i giorni del Conclave.
Questo pomeriggio, alle ore 16:20, nella Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà inizio la processione dei cardinali elettori dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina, segnando l’inizio delle operazioni preliminari del Conclave, a cui seguirà l’eventuale prima votazione e, nel tardo pomeriggio, la prima attesa “fumata”.
Una volta giunti nella Cappella, il cardinale decano – quest’anno l’incarico spetta al cardinale Pietro Parolin – pronuncerà la formula del giuramento a nome di tutti i cardinali elettori. Successivamente, il maestro delle celebrazioni liturgiche, l’arcivescovo Diego Ravelli, intimerà l'”extra omnes”, invitando tutte le persone estranee al Conclave a lasciare la Cappella Sistina. Con questo atto solenne, si darà ufficialmente il via al processo di votazione per l’elezione del 267esimo successore di San Pietro.

















