NAPOLI – Si definisce una miracolata Luisa Mangiapia, la donna di 49 anni che l’altro pomeriggio è stata ferita nei giardinetti di Piazza Italia a Fuorigrotta da un colpo di pistola.
Ricoverata all’ospedale San Paolo, la vittima della sparatoria continua a pensare a quei momenti quando stava giocando con suo figlio e all’improvviso ha visto la gamba sanguinare.
“Se al mio posto ci fosse stato un bambino – dice Luisa – molto probabilmente ci sarebbe stata una tragedia.
Oggi mi sento meglio ma quello che è successo è davvero gravissimo non ho visto chi mi ha sparato c’era un gruppetto di ragazzini seduti su alcune panchine poi all’improvviso le urla e l’arrivo di motorini a tutta velocità.
Dopo di questo non ho capito più nulla. Sono stata raggiunta da tante persone che mi hanno aiutato, una donna addirittura mi ha stretto una cintura attorno alla gamba per evitare di farmi sanguinare troppo.
I medici dell’ospedale sono stati bravissimi”.
Intanto si indaga sull’episodio gravissimo accaduto a Fuorigrotta l’ipotesi è che i protagonisti siano due distinti gruppi di malavitosi composti per lo più da giovanissimi che vogliono imporre il lavoro potere sul territorio di Fuorigrotta dopo l’arresto dei vertici del clan Troncone.
Fuorigrotta da troppo tempo è diventato un territorio di conquista, soprattutto per le nuove leve della criminalità organizzata che hanno imposto il loro monopolio soprattutto sul racket e sul controllo dei parcheggi abusivi.
Il prefetto di Napoli Michele Di Bari commentando quanto successo a Fuorigrotta ha affermato: “E’ stato un episodio gravissimo, perché consumato in un parco giochi per bambini, dove una mamma è stata colpita. Nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza è stato fatto il punto su Fuorigrotta, che resta una zona al centro di una serrata attività di vigilanza da parte delle forze dell’ordine.
Bisogna sempre più promuovere mirati controlli di polizia, ma anche stringersi attorno ad un progetto educativo che ponga soprattutto i giovani al centro dell’attenzione di ogni azione culturale”.