ISTANBUL – Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera gli 11.700 morti.

I funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità stimano che le vittime potrebbero essere fino a 20.000.

I feriti sono 37.011. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”, ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”.

Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.

Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all’epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.

IN TURCHIA I VIGILI DEL FUOCO ITALIANI

Dopo un viaggio di trasferimento dall’aeroporto di Adana, il contingente di soccorso italiano dei vigili del fuoco è giunto nella zona di Hatay, dove sono in corso le ultime operazioni per la realizzazione del campo base. Il team USAR dei vigili del fuoco è sul campo per una valutazione delle priorità operative.

A distanza di poche ore dall’invio del primo contingente, è partito nel pomeriggio del 7 febbraio alle ore 14:30 ore italiane dall’aeroporto militare di Pisa, un aereo C130 dell’Aeronautica Militare con a bordo 10 Vgili del fuoco dei team USAR (Urban Search and Rescue), che si uniranno alle squadre già presenti sul suolo turco e 2 unità del Dipartimento di Protezione Civile. Caricati sul velivolo altri equipaggiamenti e attrezzature speciali per ricerca e soccorso tra le macerie. L’operazione è coordinata dal Dipartimento di Protezione civile, nell’ambito del Meccanismo europeo della Protezione Civile.

I vigili del fuoco hanno individuato un ragazzo in vita bloccato sotto il solaio in cemento di una palazzina crollata ad Antiochia, in corso le complesse operazioni di estricazione.

Le squadre USAR del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco affrontano operazioni di soccorso in macerie, derivanti da eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti statici e idrogeologici, con un adeguato livello di sicurezza e con metodologie altamente evolute concernenti soprattutto la valutazione dei rischi associati, le tecniche di localizzazione e le attività di estricazione delle vittime. Queste operazioni devono essere particolarmente incisive, tempestive e celeri.

I vigili utilizzano degli equipaggiamenti e delle attrezzature speciali per la ricerca e il soccorso, quali geofoni, robot, termocamere, search-cam, e devono essere inoltre addestrati a fornire immediatamente il supporto vitale di Base (BLS).

LA SOLIDARIETA’

Si è messa in moto la macchina dei soccorsi dell’Ordine di Malta per rispondere alla richiesta di aiuto delle popolazioni di Turchia e Siria colpite, nella notte del 6 febbraio, da un terremoto di violenza inaudita, che ha provocato nei due paesi morte e devastazione. L’entità del disastro non è ancora definitiva: il numero di morti e feriti cresce di ora in ora e, anche se al momento si parla di più di oltre 11.000 decessi, secondo l’Oms il bilancio potrebbe arrivare a 20.000 vittime. I sopravvissuti stanno scavando a mani nude tra le macerie, lottando al freddo, sotto la pioggia battente e la neve, per trarre in salvo quante più vite possibile dagli edifici sgretolati dalla forza del sisma di magnitudo 7.8 e delle continue scosse successive.

L’Ordine di Malta, con i suoi corpi di soccorso, ha messo in campo mezzi e uomini, con esperienza nella ricerca sotto le macerie, e ha già inviato una prima squadra per coordinare i primi interventi e organizzare l’invio delle forniture di soccorso per assistere la popolazione. In Italia, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – CISOM è in codice arancio, pronto a partire nel giro poche ore dall’attivazione con uomini e mezzi, per partecipare ai soccorsi e fornire assistenza agli sfollati.

Per fronteggiare le prime, impellenti necessità di aiuto dei terremotati, il CISOM ha sottoscritto una raccolta fondi straordinaria per aiutare migliaia di persone, uomini, donne e bambini rimasti senza casa, che hanno un disperato bisogno di riparo, assistenza medica, cibo, denaro e fonti di calore. Per dare una risposta immediata e urgente, è necessario il contributo di tutti: si può donare subito attraverso il modulo online presente sul sito del CISOM oppure tramite un bonifico bancario all’IBAN IT41D0200805038000105867301 intestato a Fondazione CISOM, specificando nella causale: FACCIAMO PRESTO.

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