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Uno dei due bulli del ragazzino disabile di Sant’Antimo si pente e il giudice gli concede i domiciliari

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SANT’ANTIMO – Uno dei due carnefici maggiorenni che hanno bullizzato il ragazzo disabile di Sant’Antimo finirà ai domiciliari. È quanto stabilito dal Gip Vincenzo Saladino del tribunale di Napoli Nord in sede di interrogatorio di garanzia dell’indagato. La decisione di attenuare la misura cautelare è legata ai problemi di carattere cognitivo che affliggono il giovane. 


Durante l’interrogatorio l’indagato si è mostrato terribilmente dispiaciuto per l’accaduto. Un pentimento che ha convinto il gip a disporre la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari.


In tutto gli indagati sono tre  e sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro e a vario titolo, di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore, con l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima.


I fatti sarebbero avvenuti lo scorso marzo ed emersi solo in seguito al successivo intervento della madre della vittima, che ha denunciato tutto ai carabinieri.
I bulli avrebbero, con ripetute aggressioni fisiche, violenze verbali, ingiurie, offese, insulti ed atti denigratori (sputi, palpazioni genitali, gli avrebbero anche urinando addosso), causato nella vittima un grave stato di ansia e paura.


Alcuni episodi sarebbero stati anche ripresi con degli smartphone.

“Non ci stupiamo, inconsciamente lo avevamo anche preventivato, ma non possiamo evitare di restare disgustati e arrabbiati” – commenta il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “Basta chiedere scusa per avere una condanna più morbida? Ma stiamo scherzando? Non stiamo parlando di una marachella ma di un atto gravissimo, di una crudeltà disumana. Inoltre è troppo facile pentirsi poi anche perché è difficile credere a questi atti di ‘mea culpa’ che più che essere davvero reali pentimenti puzzano di strategia difensiva. I continui atti di bullismo e di violenza tra giovanissimi lo confermano e ci dicono che è necessario cambiare strategia ed intervenire duramente anche quando si tratta di minori.”

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