Dopo l’agguato, la beffa. Dopo l’inferno in ospedale, la bocciatura della burocrazia: «Niente risarcimento, lei non va considerato una vittima innocente della furia camorristica». Lo racconta oggi il quotidiano il Mattino. Motivo? Perché i killer entrati in azione hanno agito con metodo mafioso; ma non lo hanno fatto per agevolare un clan in particolare. Storia incredibile quella di Enrico De Maio, apprezzato scultore napoletano, a distanza di tre anni dall’evento che gli ha cambiato definitivamente la vita. Era il 16 giugno del 2021, quando l’artista stava attraversando i vicoli dei Quartieri Spagnoli e alcuni esponenti del gruppo Verrano, che avevano preso di mira un esponente del gruppo Valentinelli fecero fuoco e ferirono due passanti tra cui, appunto, l’artista Enrico De Maio di riconosciuta fama e il muratore Vincenzo Vaccaro, che aveva da poco terminato il proprio lavoro. In particolare De Maio ha riportato danni fisici permanenti che però non gli hanno permesso di essere riconosciuto vittima della camorra. Oggi il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli è intervenuto nell’Aula di Montecitorio per chiedere al Ministro competente di affrontare la vicenda.
“Certe volte – dichiara il deputato Borrelli – la burocrazia diventa la migliore alleata della criminalità. Ho chiesto che si faccia carico direttamente il Ministro dell’Interno di questa storia che rappresenta un punto davvero poco edificante per la pubblica amministrazione verso i cittadini. Una povera vittima è stata trattata in modo inaccettabile dal nostro sistema burocratico che con una risposta da azzeccagarbugli è riuscita a non risarcirla aumentando la disaffezione delle persone oneste verso le istituzioni”.