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NAPOLI – Proseguono le attività dell’Instituto Cervantes di Napoli nonostante le restrizioni e le chiusure dovute all’emergenza Covid. Molte iniziative culturali, infatti, si terranno in streaming, i vari corsi di spagnolo si potranno seguire on line, mentre resta aperta la mostra “Historia y Historieta. Paco Roca fra storia e leggenda”, visitabile gratuitamente fino al prossimo 5 dicembre presso la sala esposizione dell’istituto in via Nazario Sauro, 23.

Giovedì 29 ottobre alle ore 18, in occasione della celebrazione del centenario della nascita di Miguel Delibes (Valladolid, 17 ottobre 1920 – Valladolid, 12 marzo 2010), gli ispanisti Renata Londero (Università di Udine) e Marco Ottaiano (Università L’Orientale di Napoli), celebreranno la figura di questo importante esponente della letteratura spagnola. L’incontro/conferenza si terrà online tramite la piattaforma Zoom e per accedervi bisogna richiedere link e password all’indirizzo di posta elettronica: cultnap@cervantes.es.

Romanziere, dottore in diritto e professore di Storia del Commercio, giornalista e, per anni, direttore del quotidiano El Norte de Castilla, Miguel Delibes Setién è uno dei narratori e saggisti più importanti e prolifici della Spagna odierna. È stato candidato al Premio Nobel e insignito dei più prestigiosi riconoscimenti in ambito letterario: il Premio Nadal (1948), il Premio de la Crítica (1953), il Príncipe de Asturias (1982), il Premio Nacional de las Letras Españolas (1991) e il Premio Miguel de Cervantes (1993).

Nella sua vasta e variegata produzione ha stabilito un intenso legame fra vita e arte, realtà e finzione, etica ed estetica, dimostrandosi sempre fedele a pochi ma fondamentali temi: la marginalità e la solitudine, l’infanzia come tappa privilegiata del vivere, l’incombenza della morte, l’amore per la natura, la giustizia sociale.

Il suo affermato lavoro come romanziere inizia nell’ambito di una concezione tradizionalista con La sombra del ciprés es alargada, che ottiene il Premio Nadal 1948. Pubblica successivamente Aún es de día (1949), El camino (1950), Mi idolatrado hijo Sisí (1953), La hoja roja (1959) e Las ratas (1962), tra le altre opere. Nel 1966 pubblica Cinco horas con Mario e nel 1975 Las guerras de nuestros antepasados; entrambe adattate per il teatro rispettivamente nel 1979 e nel 1990. Los santos inocentes esce nel 1981 (e viene poi portato al cinema da Mario Camus); in seguito pubblica Señora de rojo sobre fondo gris (1991) e Coto de caza (1992).

La produzione di Delibes rivela un’evidente fedeltà al suo ambiente, a Valladolid e alla campagna castigliana, e comporta l’osservazione diretta di tipi e situazioni dal punto di vista di un cattolico liberale. La visione critica – aumenta con l’avanzare della sua carriera – allude soprattutto agli eccessi e violenze della vita urbana. Tra le tematiche dell’opera emergono la prospettiva ironica nei confronti della piccola borghesia, la denuncia delle ingiustizie sociali, il ricordo dell’infanzia (per esempio ne El príncipe destronado, del 1973) e la rappresentazione dei costumi e del parlato del mondo rurale, di cui recupera molti termini ed espressioni per la letteratura. Delibes è anche autore dei racconti de La mortaja (1970), del romanzo breve El tesoro (1985) e dei testi autobiografici come Un año de mi vida (1972).

L’ultima opera narrativa, El hereje (L’eretico, 1998), è un ponderoso romanzo storico ambientato nella Valladolid dell’epoca di Carlo v che lascia al lettore una lezione di tolleranza e accoglienza, l’eredità più genuina della scrittura di Delibes.

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