NAPOLI – Al Pan in via dei Mille n.60 dal 30 settembre al 10 ottobre, un progetto di Sandro Montefusco “Uomini sul confine” a cura di Pasquale Sanseverino. Una raccolta di fotografie scattate nei luoghi in cui gli uomini hanno deciso di fissare dei confini invalicabili, dove l’uomo ha deciso che le naturali migrazioni si arrestassero.

La storia dell’uomo ha un legame intimo con le migrazioni che sono state parte dell’evoluzione, il naturale risultato di mutamenti climatici, politici, economici. “Confini” solo apparentemente inesistenti ma capaci di tranciare continenti, popoli, razze, specie. Un’immateriale divisorio che gli esseri umani, hanno deciso di materializzare. Lungo una lamiera, un muro di cemento, un filo spinato o un embargo, uomini e donne spingono i loro passi e i loro sogni con la speranza di andare “oltre”. Tijuana, la più grande frontiera al mondo, il Nord e il Sud del mondo che si incontra. Cuba, la cui capitale La Habana, luogo dove i sogni della rivoluzione resistono sofferenti alla violenza dell’embargo. I villaggi sul lago Titicaca tra Perù e Bolivia dove il confine, ad oltre 4mila metri, corre lungo il pelo dell’acqua. Le isole Uros, così antiche e misteriose nella loro travagliata sopravvivenza e quotidiana precarietà. L’isola di Taquile, vera perla del lago Titicaca. E poi Gerusalemme, emblema di tutte le divisioni del mondo, confine reale e religioso, luogo in cui proiettarsi per conoscere la Storia del Mondo e la direzione del futuro. Il Ladakh, nel nord dell’India dove coesistono le culture tibetane, portate dagli esuli dalla Cina, e l’influenza sciita del vicinissimo Pakistan. Sempre in India, ma in un’atmosfera completamente diversa, c’è un altro confine che unisce il cielo e la terra, la vita e il mistero: Varanasi, sulle rive sacre del Gange, il confine ascetico dell’uomo che nel fumo delle pire delle cremazione trova l’immortalità, una città che neanche nei sogni più fantastici si può immaginare. Il Kosovo, con il dramma dei conflitti tra le diversi etnie, i confini precari con Serbia e Montenegro e i militari in difesa di un equilibrio precario sui Balcani. Infine l’incontro con i migranti, i veri protagonisti dei “Confini”, mai veramente liberi e prigionieri della loro condizione paradossale. Sandro Montefusco l’incontra sulla rotta balcanica e sulla via della droga, percorsi tra i più battuti al mondo, dove si incrociano i sogni e i drammi degli uomini. “Chi vive sui confini ha sempre una storia in più da raccontare, una lacrima appena versata e un sorriso già pronto.” (Sandro Montefusco)

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