NAPOLI – Un compleanno speciale, quello del Premio Napoli: sono 70 anni che è nato – prima manifestazione del genere a sorgere nel nostro Paese, nel lontano 1954 – e che promuove la lettura offrendo riconoscimenti alle opere e agli autori più significativi di Italia, Europa e oltre. La Fondazione Premio Napoli, presieduta dallo scrittore Maurizio de Giovanni, ha organizzato una serata di spettacolo per festeggiare l’anniversario: ieri sera al Mercadante , da tempo location degli eventi targati Premio Napoli, in un teatro pieno due ore di storia, letture e musiche che hanno attraversato gli ultimi sette decenni. Presente il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui i direttori dei principali enti culturali cittadini e regionali.
Una festa che ha previsto, dopo i saluti del padrone di casa de Giovanni, le letture dell’attrice Teresa Saponangelo (indimenticabile Maria in “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino) introdotte dai contrappunti di Gennaro Carillo, docente universitario e componente del consiglio di amministrazione della fondazione, in un attraversamento dei 70 anni del premio tra storia, costume e letteratura, basato sui passaggi di alcuni testi vincitori della manifestazione. Tra le letture le splendide parole di Domenico Starnone in Via Gemito o quelle di Nicola Lagioia ne La città dei vivi, solo per citarne alcune. Allo stesso modo ha fatto la musica: il pianista Lorenzo Hengeller – compositore e cantautore che si esibisce in tutta Europa – ha interpretato alcune delle canzoni che hanno segnato gli ultimi 70 anni, contrappuntato dal critico musicale Stefano Valanzuolo, uno dei giurati del premio, che ha selezionato una scaletta musicale in rappresentanza di ognuno dei 7 decenni, partendo dal Carosone di Io, mammeta e tu, arrivando a Tutto quello che un uomo di Cammariere.
“Il nostro premio nasce a Napoli ed è orgoglioso di questa origine” dice de Giovanni. “Ma Napoli è una città mondo, per cui raccontando lo sviluppo del riconoscimento non si può restare chiusi tra le mura cittadine. Il premio ha compiuto 70 anni ma è ancora giovane. Porta sulle spalle un’eredità importante di grandi scrittori come Dino Buzzati, Domenico Rea, Fabrizia Ramondino, Raffaele La Capria, ma è ancora giovane e abbiamo ancora tanti progetti da realizzare”. Conclude lo scrittore: “Questa sala così piena ed entusiasta dimostra che Napoli tiene a cuore la valorizzazione della cultura e della letteratura come strumento di formazione civile e creativa dell’essere umano”.
Il Sindaco Gaetano Manfredi sul palco al termine dello spettacolo dice: “Abbiamo potuto vedere stasera, grazie a questi straordinari interpreti, che tutto ciò che è accaduto nel mondo è accaduto anche a Napoli, e spesso prima a Napoli. La nostra è una città unica, ma non deve rimanere sola, deve radicarsi bene nel mondo, che va avanti veloce”. E conclude: “Una città che ha visto tanta storia e tante storie, e il Premio Napoli ne è un’importante testimonianza, ma riesce ad essere fortemente contemporanea”.