NAPOLI – “Se si vuole davvero salvare il cinema Metropolitan dal rischio che possa essere trasformato in un centro commerciale o in un garage o comunque perdere la sua veste originaria di cinema, come riportato in questi giorni su diversi organi d’informazione, c’è solo una strada da seguire quella di vincolarne la destinazione d’uso, in base alla norme dettate al riguardo dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 “.  A intervenire sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, impegnato da lustri nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni e della cultura presenti sulla collina della Città, che già, in passato, aveva richiesto un’analoga procedura per salvare il cinema-teatro Acacia. Lo stesso Capodanno ha anche lanciato una petizione online, indirizzata al ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, al presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca e al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, affinché, ciascuno di essi, nell’ambito delle rispettive competenze, metta in campo tutte le iniziative opportune e necessarie per scongiurare il rischio la scomparsa del cinema Metropolitan, petizione che ha già raggiunto le 600 firme,  alla pagina https://www.change.org/salviamoilcinemametropolitan .

 “Una procedura, quella del vincolo di destinazione d’uso – ricorda Capodanno -, che, per analoghi motivi, a Napoli fu già adottata alla fine dell’anno 2014 per salvare un altro teatro cittadino, il teatro Trianon. Anche in quella circostanza si temeva che l’antico teatro partenopeo, sito nel centro del capoluogo partenopeo, potesse essere trasformato in un supermercato o in una sala bingo. Dopo l’appello lanciato alle istituzioni, attraverso i social, da comitati, associazioni e cittadini al grido: “Salviamo il Trianon!”, appello al quale partecipò anche un apposito gruppo da me fondato su Facebook con circa 2.500 iscritti, fu  avviata la procedura per il vincolo di destinazione d’uso che bloccò ogni possibilità di trasformazione “.

“In pratica – puntualizza Capodanno -, sulla scorta del dettato dell’art. 14 del decreto legislativo citato il procedimento per la dichiarazione dell’interesse culturale viene avviato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e Provincia, “anche su motivata richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato, dandone comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della cosa che ne forma oggetto”. Dopo la comunicazione non è più possibile modificare la destinazione d’uso del bene interessato, in attesa delle necessarie verifiche e della dichiarazione d’interesse culturale. C’è solo la possibilità di un ricorso disciplinato dalle stesse norme “.

“A mio avviso – aggiunge Capodanno -, il cinema Metropolitan, per le sue caratteristiche e per la sua storia, avendo peraltro superato i 70 anni di vita, dal momento che  vide la luce nel lontano 1948, realizzato su progetto dell’architetta Stefania Filo Speziale che viene ricordata, tra l’altro, come la prima donna che, nel 1932, si laureò in architettura a Napoli, è in possesso dei requisiti affinché ne venga dichiarata la sussistenza dell’interesse culturale “.

Con l’occasione dunque Capodanno sollecita la Sovrintendenza ai Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e Provincia, la Regione Campania e il Comune di Napoli a mettere in campo i provvedimenti di rispettiva competenza per l’avvio alle procedure finalizzate all’emanazione della dichiarazione prevista dall’art. 13 del D.Lgs del 22 gennaio 2004, n. 42, tesa a esplicitare un vincolo di destinazione per garantire il prosieguo delle originarie funzionalità del cinema Metropolitan, favorendo, in tal modo, la valorizzazione del patrimonio  artistico e culturale della regione e del capoluogo partenopeo

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