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Napoli

Cremonini accende il Maradona

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NAPOLI (Di Stefano Esposito) – Un Vesuvio di emozioni ha sommerso ieri sera lo Stadio Diego Armando Maradona quando Cesare Cremonini, chitarra al collo e sorriso aperto, ha finalmente trasformato in realtà un sogno coltivato da venticinque anni: “Venticinque anni che sognavo di essere qui”, ha confessato, richiamando le parole di Antonio Conte secondo cui “Napoli è qui per me un punto d’arrivo, non di partenza”. Fin dal primo accordo di “Logico #1” il pubblico ha risposto con un boato irrefrenabile, mentre giochi di luce oscillanti tra rosa pastello e stroboscopi dorati hanno dipinto l’arena di emozioni, passando dalla malinconia di “Poetica” all’esplosione di energia di “50 Special”.

In un omaggio sentito alla tradizione cantautorale, Cremonini ha evocato il ponte creato da Lucio Dalla fra Bologna e Napoli, quel desiderio di “rinascere” tra i vicoli partenopei che ha saldato un legame culturale profondo. A impreziosire la serata, l’ingresso sul palco di Davide Petrella, in arte Tropico, giovane voce napoletana emergente, insieme sì sono esibiti in “Non esiste amore a Napoli”.

Sul finale, prima de “Il Comico (Sai Che Risate)”, il cantante si è fermato e ha parlato col volto rivolto al pubblico, ribadendo ancora una volta che non si trattava di un punto di partenza, ma della realizzazione di un lungo viaggio quello che lo aveva finalmente portato lì a Napoli. Dietro di lui, lo spazio scenico si è fatto specchio di un firmamento artificiale: fasci di laser taglienti hanno solcato il cielo, fuochi d’artificio hanno incendiato gli spalti e le proiezioni video hanno mutato il palco in un caleidoscopio vibrante, trasformando ogni nota in un’esperienza multisensoriale indimenticabile.

E mentre lo show stupiva per la sua perfezione tecnica, il dispositivo di sicurezza del Maradona ha funzionato come un’orchestra: steward e forze dell’ordine hanno presidiato varchi e settori con discrezione ed efficienza, garantendo un deflusso ordinato senza rinunciare alla cortesia, ma anche le cure di primo soccorso sono state garantite in maniera perfetta nell’interesse dell’assistito e senza che il pubblico o lo spettacolo ne risentisse, così che l’unica preoccupazione fosse quella di abbandonarsi all’adrenalina di una serata perfettamente orchestrata tra musica, luci e fuochi d’artificio.

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