NAPOLI (Di Anna Calì) – Dieci anni fa si spegneva la voce di Pino Daniele, ma il suo silenzio è soltanto apparente. Napoli, la città che Pino ha cantato e amato, continua a vibrare delle sue note, e la sua musica si intreccia ai passi di chi percorre i vicoli, al frastuono del mercato, al respiro del mare. Napule è non è solo una canzone, ma una visione, un ritratto eterno che supera il tempo.
In questo decennio, Napoli è cambiata. I suoi quartieri si sono trasformati, alcuni angoli dimenticati hanno ritrovato una nuova luce, il turismo ha invaso strade e piazze. Ma tra le pieghe di questa modernità, resistono le stesse contraddizioni che Pino aveva raccontato. Le mani callose degli artigiani continuano a creare meraviglie, mentre le voci dei bambini riecheggiano nei cortili, come una promessa di futuro.
Napoli è ancora quella città a testa in giù di cui cantava Pino, un luogo dove l’ordine si intreccia con il disordine, e dove il caos diventa una forma d’arte. Oggi, come allora, la città lotta contro le sue fragilità: i rifiuti, le disuguaglianze, le ferite sociali. Ma, allo stesso tempo, si reinventa, con giovani artisti, nuovi talenti e una cultura che non smette di sorprendere. Forse è proprio questo il miracolo che Pino ha sempre colto e amato: la capacità di Napoli di resistere, di trasformare il dolore in bellezza, il disincanto in poesia.
Eppure, dieci anni senza Pino Daniele sono stati lunghi. Chi l’ha amato si chiede spesso cosa avrebbe cantato oggi: le migrazioni, il cambiamento climatico, i conflitti sociali? O avrebbe continuato a parlare dell’amore per la sua terra, quell’amore che supera ogni amarezza? La risposta è nelle sue stesse canzoni, che sembrano non invecchiare mai. In Quando, Pino ci ricorda che il tempo non è un nemico, ma un compagno, e che anche nell’attesa c’è speranza.
La sua musica non è mai stata solo melodia: era una narrazione, un racconto di vita, un modo per unire generazioni diverse. Oggi, le sue note risuonano nei teatri, nei concerti tributo, nelle serate improvvisate nelle piazze. Giovani musicisti lo citano come maestro, e persino chi non era nato quando cantava Je so’ pazzo lo sente vicino. Napoli lo vive come un’eredità da custodire, ma anche come un faro che illumina il cammino.
Il legame tra Pino e la sua città è indissolubile. Napoli è ancora quella di Io per lei, una città che si ama e si odia, che accoglie e respinge, che dona tutto e chiede tutto. Ma è anche la città della speranza, quella che emerge in Yes I know my way, con la sua energia travolgente e la voglia di andare avanti, nonostante tutto.
E poi, c’è il mare. Quello stesso mare che abbraccia Napoli e che Pino ha cantato infinite volte. Basta fermarsi sul Lungomare Caracciolo, al tramonto, per capire che la sua voce è ancora qui. In Se mi vuoi, sembra lasciarci un messaggio: basta chiudere gli occhi, e lo si può sentire ancora. Perché la sua musica è eterna, un’onda che non smette mai di avanzare.
Dieci anni dopo, Napoli non ha dimenticato. Ogni nota di Pino è un ricordo che si fa vivo, ogni canzone è un frammento di storia che si intreccia con la vita della città. Non c’è bisogno di monumenti per ricordarlo: basta ascoltare. La sua eredità è nei cuori di chi lo ama, nella musica che attraversa il tempo, nelle strade che lui ha reso poesia.
Pino Daniele è ancora con noi, ogni volta che Napoli canta.
“Le strade di Pino”, è il nome degli eventi che si terranno in sua memoria nei giorni 4 e 5 gennaio. La mattina del sabato alle ore 11.30 ci sarà un evento al bar Gambrinus, sempre nella giornata di sabato 4 gennaio, dalle ore 10.00 alle 22.00, un’esperienza immersiva rivolta a tutti i cittadini e i turisti: nelle strade che il cantautore e chitarrista ha percorso in gioventù risuonerà una selezione di brani noti e meno noti del suo repertorio. Da Piazza Santa Maria La Nova, a pochi passi dalla sua casa natìa, prenderà idealmente il via un percorso musicale che attraverserà vicoli e strade del centro antico per arrivare fino all’Istituto Elena di Savoia Diaz, dove l’artista si diplomò. Alla voce di Pino – diffusa attraverso punti d’ascolto realizzati grazie alla collaborazione attiva delle Municipalità coinvolte, dei commercianti e di altre realtà del territorio – si affiancheranno omaggi, interpretazioni e performance musicali acustiche, solo chitarra e voce, proposte da tre artisti di strada: Morena Chiara, Cecilia Ricci e Lampa Faly.
Domenica 5 gennaio sarà la volta di “Napul è…I luoghi di Pino Daniele”, itinerario proposto dalla Delegazione FAI di Napoli, grazie all’accordo stipulato con il Comune di Napoli.
Racconti, aneddoti e incontri esclusivi accompagneranno i partecipanti tra i monumenti, nelle piazze, nelle strade e nei vicoli dove è nata e cresciuta l’arte del ‘mascalzone latino’.
Un viaggio alla scoperta della Napoli dai mille culure, con partenza alle ore 10.00 da Piazza Bellini e alle ore 12.00 da Piazza Santa Maria La Nova, per ritrovare – tra i vicoli di “Furtunato”, l’incanto di “Jesce Juorno” e il risveglio con il profumo di “‘na tazzulella ‘e cafè” – la genesi delle prime canzoni e l’indissolubile legame di Pino con la sua città.
Ancora domenica 5 gennaio, alle ore 19.30, la Chiesa Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa (via Marco Aurelio 81) ospiterà il Concerto gospel in onore di Pino Daniele, che vedrà sul palco The Blue Gospel Singers Choir. Uno show dinamico, dalla durata di 60 minuti circa, che abbraccia generi differenti e include una selezione di brani di Pino Daniele riarrangiati proprio in chiave Gospel.



















