Affollatissimo l’incontro di stamattina, organizzato dalla Fondazione Premio Napoli – Campania Legge, al Salone Internazionale del Libro di Torino. Nel cuore del salone, nel padiglione Oval, lo Spazio Campania – lo stand dedicato alla regione ospite d’onore della XXXVII edizione – ha ospitato il presidente della fondazione, lo scrittore Maurizio de Giovanni, e Antonio Franchini, curatore editoriale e da autore vincitore del Premio Napoli 2024 con “Il fuoco che ti porti dentro”. I due hanno dialogato con il magistrato Alfredo Guardiano, coordinatore della giuria tecnica del premio, sul tema “Scrivere oggi: romanzi, noir e teatro”.
“Per me c’è un prima e dopo Camilleri” ha detto de Giovanni. “Sulla scorta dell’esempio del papà di Montalbano ogni regione ha ormai il suo giallista o noirista di riferimento. I lettori cercano rappresentazioni realistiche del territorio, l’intero Paese oggi non è altro che un puzzle di cui ogni autore rappresenta un pezzo”. Franchini: “La letteratura italiana è regionale. Gian Carlo Ferretti in Il bestseller all’italiana elenca le caratteristiche dei libri del Belpaese che vincono premi e scalano classifiche: storie di famiglie e saghe ambientate in precisi contesti locali, da Rea e La Capria in Campania a Soldati in Piemonte”.
Hanno poi parlato della responsabilità civile dell’intellettuale. Per Franchini “lo scrittore ha doveri solo con la sua opera. L’umanità vince sull’ideologia, l’umanità serve all’arte, l’ideologia all’arte non serve”. L’autore del commissario Ricciardi ha detto: “Bisogna distinguere il romanziere mentre crea la sua opera, che pone domande ai lettori, dallo scrittore nel momento in cui torna persona, invece chiamato a rispondere anche al cospetto di generazioni future”.
